Economia e Lavoro
8 Febbraio 2019
Cso delinea a Berlino le linee guida comuni per lo sviluppo 

Ortofrutta, una task force per aprire nuovi mercati

di Redazione | 5 min

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L’ortofrutta italiana dovrà essere sempre più internazionale, questa la parola d’ordine emersa a gran voce in occasione dell’evento organizzato da Cso Italy a Fruitlogistica in corso a Berlino e promosso da Alleanza Cooperative Agroalimentare, Fruitimprese, Italia Ortofrutta, Italmercati e Fedagromercati.

La produzione di ortofrutta italiana del 2018 è stimata in circa 24,5 milioni di tonnellate, un volume di circa 2 punti percentuali superiore allo scarso 2017, su livelli simili rispetto alle precedenti stagioni.

Il valore della Plv ortofrutticola negli anni recenti si è costantemente mantenuto sopra i 12 miliardi di euro annuali. Il peso dell’ortofrutta all’interno del valore della Plv agricola rappresenta ben il 30%.

Gli ultimi dati disponibili, ma ancora parziali per quanto riguarda il 2018, rilevano una lieve flessione del volume destinato ai mercati esteri: complessivamente tra gennaio e settembre l’Italia ha esportato 2,5 milioni di tonnellate di prodotti ortofrutticoli freschi (-11,6% sullo stesso periodo 2017) mentre il valore del prodotto inviato oltre confine, pari a 2,9 miliardi di euro, flette in misura minore (-3,9% sullo stesso periodo 2017), a riprova del valore delle produzioni italiane.

“Cso Italy – dichiara il presidente Paolo Bruni introducendo l’incontro – è al fianco delle aziende associate con tre grandi progetti europei che ci vedranno protagonisti nei prossimi tre anni della promozione dell’ortofrutta italiana fresca e trasformata in aree chiave per il nostro export quali Cina, Giappone, Taiwan, Usa, Emirati Arabi e, per il biologico, anche Francia e Germania”.

Emerge l’importanza strategica dell’apertura di nuovi mercati internazionali attraverso il complesso lavoro tecnico-diplomatico messo a punto dallo Stato Italiano. Gli obiettivi a medio termine sono tutti concentrati sull’Asia, con la Cina in primo piano seguita da Tailandia, Vietnam e Taiwan.

Mercati recettivi e dove la domanda di frutta europea, in particolare mele, kiwi, pere uva ed agrumi denota un grande potenziale. Per questi Paesi inoltre non bisogna dimenticare gli ortaggi, così come le produzioni biologiche, altre eccellenze dell’ortofrutta Made in Italy. Bene i trattati di libero scambio con Canada, Messico e Giappone ma sarebbe fondamentale inserirvi all’interno anche la parte fitosanitaria per i prodotti ortofrutticoli che invece oggi devono procedere con protocolli dedicati e quindi, di fatto, sono esclusi dal libero scambio.

E proprio sulle difficoltà ad aprire nuovi mercati di sbocco per le produzioni ortofrutticole ha posto l’accento anche il coordinatore Ortofrutta di Alleanza Cooperative Agroalimentare Davide Vernocchi che vede come un “grande paradosso il fatto che da un lato le nostre imprese abbiano la possibilità di accedere ai fondi comunitari per progetti di promozione verso i paesi extra Ue, e che dall’altro lato non accenni affatto a ridursi la lista dei mercati che restano ancora preclusi al nostro export. Emblematico il caso delle mele italiane, che a distanza di quattro anni dalla chiusura delle frontiere russe, non hanno trovato ancora sbocchi alternativi. Nonostante il grande impegno profuso per cercare di aprire nuovi mercati, ad iniziare da Vietnam, Taiwan Cina e Tailandia, purtroppo – conclude Vernocchi – tutto è ancora fermo. E la stessa situazione si riscontra anche in tema di export di kiwi, dove a fronte di analogo incessante lavoro fatto di trattative e di invio di prove sperimentali, non c’è ancora alcun sospirato via libera ad avviare la commercializzazione in mercati potenzialmente assai interessanti per le nostre produzioni, come Giappone, Israele, Vietnam o Colombia”.

A rimarcare le necessità urgenti delle imprese esportatrici anche Marco Salvi, presidente di Fruitimprese: “Dopo cinque anni di continua crescita, il valore delle nostre esportazioni ha subito una brusca frenata. I dati consuntivi del 2018, ancora provvisori, indicano una tendenza negativa che deve preoccupare non solo le imprese ma anche le istituzioni. E’ giunto il momento di dare un’accelerazione concreta ai negoziati aperti per consentire alle imprese di affacciarsi su nuovi mercati. Il settore ortofrutticolo è uno dei pilastri del sistema agroalimentare italiano, aiuta la crescita economica e sostiene l’occupazione; per tale motivo ritengo – conclude Salvi- debba meritare maggiore attenzione da parte delle Istituzioni per renderlo ancora più attraente e competitivo”.

Anche Gennaro Velardo, presidente di Italia Ortofrutta, Unione Nazionale conferma l’importanza degli sbocchi internazionali per l’Italia: “Che il futuro dell’ortofrutta italiana sia sempre più legato all’export è ormai un dato di fatto e in questo scenario il lavoro di negoziazione di nuovi protocolli portato avanti dal nostro Ministero si qualifica come un sostegno essenziale per l’apertura di nuovi canali di sbocco: il recente accordo per l’esportazione di nocciole in Cina e la possibilità di ricorrere al trasporto aereo per l’esportazione di arance verso i mercati asiatici sono soltanto i frutti più recenti di un lavoro che è necessario portare avanti con sempre maggiore incisività pensandolo non come un ambito di competenza del solo Ministero ma come una delle principali “azioni di sistema” dell’intero settore”.

E Simona Caselli, assessore Agricoltura, Caccia e Pesca della Regione Emilia Romagna ribadisce il sostegno della Regione all’ortofrutta sui mercati internazionali: “Siamo fattivamente impegnati con la messa in campo sia di risorse finanziarie che tecniche. Di importanza fondamentale sono le iniziative per favorire l’apertura di nuovi mercati molto spesso preclusi ai nostri prodotti dalla presenza delle cosiddette barriere fitosanitarie. A questo riguardo, ricordo con piacere la notizia della riapertura del dossier Pere da parte della Cina a cui dovranno seguire anche i protocolli per altri importanti prodotti quali il kiwi”.

L’evento di Berlino si chiude con una proposta della sottosegretaria Mipaaft Alessandra Pesce: “Organizziamo una task force che coinvolga anche le Regioni per focalizzare l’attenzione sull’apertura di nuovi mercati. Mettiamo a punto una modalità di lavoro più snella per arrivare all’apertura dei mercati in tempi rapidi, fatto quanto mai necessario per il nostro export”.

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