Cronaca
6 Febbraio 2019
Undici ultras biancoazzurri rinviati a giudizio per gli scontri alla stazione di servizio a Bentivoglio. Due denunciati per aver aggredito e rapinato un sostenitore della Roma. Il questore Pallini: «Sono pochi elementi, ma dobbiamo contrastarli. È una mentalità, è più subdola e per questo è più pericolosa»

Risse e aggressioni. La violenza si fa strada tra i tifosi della Spal

di Daniele Oppo | 5 min

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Da sinistra: Alberto Bonaretti (dirigente della Digos), il questore Giancarlo Pallini e Fabio Toscano (Digos)

Da sinistra: il dirigente della Digos Alberto Bonaretti, il questore Giancarlo Pallini e Fabio Toscano (Digos)

Una rissa organizzata in una stazione di servizio a Bologna. Una rapina in pieno centro a Ferrara, con agguato finale. Decine di tubi idraulici portati a Parma, camuffati da aste porta bandiere. Agosto 2018, dicembre 2018 e gennaio 2019.

Tre episodi che raccontano come una parte, piccola ma a questo punto non irrilevante, del tifo spallino stia decisamente virando verso forme violente di (presunto) supporto alla propria squadra del cuore. Tre episodi che hanno dato molto da lavorare alla Digos di Ferrara (e anche a quelle di Bologna e Parma) che alla fine ha ottenuto 11 rinvii a giudizio per la rissa a Bentivoglio con 7 Daspo; due denunce per rapina aggravata e lesioni, con imposizione dell’obbligo di firma da lunedì a venerdì, oltre a due Daspo per il grave episodio nel centro estense. Mentre per Parma le indagini della questura locale sono ancora in corso. Andiamo con ordine.

La rissa nella stazione di servizio di Bentivoglio. Il 12 agosto dello scorso anno, è quasi mezzanotte. Nella stazione di servizio di Bentivoglio arrivano alcuni minivan che trasportano tifosi spallini di ritorno dalla trasferta di Coppa Italia a La Spezia, dove la Spal ha vinto grazie a un gol di Petagna. Lì ci sono anche altri tifosi, del Padova, la cui squadra era impegnata a Bologna. È un appuntamento. Scatta la rissa a colpi di bastoni, cinghiate e mani nude, ripresa in parte dalle telecamere di sorveglianza, utilissime per le indagini. Ci sono dei tir parcheggiati. Uno fugge via, compiendo anche una manovra pericolosa. Un altro arriva, ma non si ferma neppure. Nel frattempo vengono anche lanciati fumogeni. «Poteva succedere un disastro», dice il questore di Ferrara, Giancarlo Pallini, riferendosi al fatto che una stazione di servizio è un grande serbatoio di materiale facilmente infiammabile. «C’erano dei tifosi del Padova che attendevano gli spallini. La notte dopo c’era di tutto: sangue per terra e nei bagni, pezzi di cinghia». Le indagini hanno portato per ora a identificare 11 tifosi biancoazzurri, già rinviati a giudizio per rissa aggravata, per 7 di loro è scattato il Daspo.

aggressione via ContrariLa rapina in centro a Ferrara. Ma c’è anche di peggio, se possibile. Il primo dicembre è il giorno di Spal-Empoli. Nella notte tra il 30 novembre e il 1° dicembre un ragazzo che indossa una cuffietta con i colori della Roma, il giallo e il rosso, passa per via Contrari, incontra due giovani ferraresi, uno sui 20, l’altro sui 30 anni. Lo fermano per strada, gli chiedono per che squadra fa il tifo, risponde ovviamente per la Roma, gli rubano la cuffietta. Lui cerca di riprendersela, loro lo spintonano e a turno gli sferrano un pugno, uno a testa. «L’ultimo pugno – spiega il dirigente della Digos di Ferrara Alberto Bonaretti – gli ha rotto il setto nasale, con prognosi di 30 giorni». Sedute ai tavolini di un bar ci sono delle persone, nessuna interviene. Lo sventurato tifoso romanista però, alla fine, riesce a riprendersi il maltolto e si dirige verso la sua auto, parcheggiata nell’area di piazza Ariostea. Ma non è al sicuro. I due tifosi spallini lo hanno pazientemente seguito a distanza. «Qui c’è una seconda aggressione con cinghiate», rivela ancora Bonaretti. Dopo la denuncia, la Digos scandaglia le telecamere sparse per la città, vede la prima aggressione in via Contrari, vede i due che pedinano la vittima. Li individuando e una perquisizione nei rispettivi domicili conferma che sono loro: uno ha il bottino di guerra, la cuffia giallorossa. Scatta la denuncia per rapina aggravata e lesioni, con la misura cautelare dell’obbligo di firma per 5 giorni alla settimana. Arrivano due Daspo, 5 anni per uno, perché è recidivo; 2 anni all’altro, new entry.

Nuove leve e mentalità violenta. Ecco, nuove leve. In mezzo agli episodi di violenza «ci sono personaggi già noti, ma altri sono new entry», spiega il dirigente della Digos. Ed è un problema, perché quella che notoriamente è una tifoseria piuttosto tranquilla rischia di veder compromesso il proprio DNA per via di un nuovo modo di concepire il tifo, almeno per quella che è la tradizione di Ferrara. «Sono pochi elementi che abbiamo il dovere di contrastare – afferma il questore -, altrimenti anche il tifoso pulito trova in loro l’esempio, il capo da seguire». Non si parla ancora di frange realmente organizzate – «non c’è una precisa strategia», osserva Bonaretti -, ma l’allarme è forte: «È una mentalità – afferma Pallini -, è più subdola e per questo è più pericolosa».

I tubi ritrovati nella trasferta di Parma. La stessa mentalità che ha portato alcuni tifosi a caricare dei minivan per la trasferta di Parma del 27 gennaio con 52 tubi idraulici, uno sfollagente telescopico e dei fumogeni. Sull’episodio indaga per competenza territoriale la questura di Parma.

«Non fa piacere fare denunce o emanare i Daspo», afferma il questore, che sottolinea più volte la forte sintonia con l’Amministrazione comunale e la società Spal nell’organizzare e gestire l’ordine pubblico durante le partite (per le quali vengono impiegate dalle 110 alle 300 unità) e che si mostra molto solidale con i cittadini che si sentono limitati per via delle misure adottate, «ma qualcuno vuole esasperare gli animi e sta a noi intervenire con la dovuta fermezza. Da piccoli fatti possono derivare gravi conseguenze».

Con molta probabilità è in questo contesto che si inseriscono anche l’aggressione con lancio di sassi nei confronti di alcuni tifosi del Milan che si trovavano in una pizzeria in via Garibaldi (tre denunciati) nel febbraio del 2018, così come la maxi rissa con i tifosi della Lazio durante il ritiro ad Auronzo  nel luglio dello scorso anno.

«Lo splendido rapporto che questa città ha con le partite, dobbiamo mantenerlo – afferma con convinzione Pallini -. Dobbiamo fermare i comportamenti che da qualche mese si stanno verificando e che possono mettere, e hanno messo, a rischio l’incolumità delle persone».

(Una versione iniziale di questo articolo riportava erroneamente che il 1° dicembre fosse il giorno della partita tra Spal e Roma al Paolo Mazza. In realtà c’era Spal-Empoli. Ci scusiamo con i lettori e con gli interessati)

 

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