Eventi e cultura
16 Gennaio 2019
Cucina e pensiero filosofico insieme a tavola con il professor Silvio Rinaldi

A cena con il filosofo alla Corte dei Gioghi

di Redazione | 2 min

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“Che segno sei? Il segno come prerogativa nella comunicazione dell’uomo” è il titolo di una serata con l’autore che avrà come relatore d’eccezione Silvio Rinaldi (storico docente di Storia e Filosofia presso il liceo classico Ariosto e il liceo scientifico Roiti) e in programma sabato 19 gennaio alle 20.30 presso l’agriturismo Corte dei Gioghi a Ferrara.

Saperi e sapori al centro di un tavolo conviviale per riflettere su tematiche che affondano le loro radici nel passato, ma di brillante attualità serviti a un convivio unico, arricchito di sfiziose ricette della tradizione gastronomica estense e innaffiato dai vini del territorio.

Ad intrattenere i commensali il sagace, brillante e acuto pensiero del professor Silvio Rinaldi, storico docente di Storia e Filosofia nei due licei di Ferrara.

“Abbiamo un segno ogni volta che qualcosa può essere interpretato come rappresentazione di un’altra cosa- spiega il prof. Rinaldi -. Il primo a classificare due tipi di segni fu Sant’Agostino, che li divise in segni naturali, tutti quei segni che sono stati creati per significare qualcosa, ma che rimandano ad altri oggetti per esperienza e segni artificiali, ovvero tutti quei segni creati proprio come forma di comunicazione, basti pensare alla scrittura”.

“Da sempre il segno ha contraddistinto l’imperativa necessità dell’uomo di comunicare ed è per questo che lo ritroviamo nell’intero percorso evolutivo della nostra specie – conclude il docente – segno come rappresentazione, come comunicazione, indicazione, espressione di un bisogno intrinseco alla natura umana”.
Ma perché “il segno” ci appartiene in maniera così imprescindibile? Perché non possiamo farne a meno? E perché la nostra società moderna ne ha fatto uno dei capisaldi? Queste e altre domande troveranno spazio nell’incontro di sabato 19 gennaio.

Filosofia e cucina insieme per una serata. “Quando il pensiero si “siede” a tavola si riacquista il senso più autentico della convivialità – afferma Paolo Mannoni, titolare dell’agriturismo Corte dei Gioghi – che non si riferisce solamente a ciò che si consuma e che nutre, ma a ciò che è in grado di esprimere in un groviglio di esperienze sensoriali legate a identità, appartenenza e relazione. E’ la tavola stessa a raccontare suggestioni in grado di rievocare una memoria gustativa, visiva e olfattiva che restituisce il senso delle proprie radici. Per questo l’idea delle serate che pongono la filosofia al centro della tavola”.

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