Quando la destra avvertiva sui rischi di una immigrazione fuori controllo, la sinistra gli rispondeva che erano solo sbagliate percezioni. Quando chiedeva l’intervento dell’esercito, che non si potevano militarizzare le città, sino a quando lo stesso ministro Franceschini non vantò pubblicamente di aver inviato i militari in zona GAD. Quando si avvertiva che il controllo dello spaccio era oramai gestito dalla mafia nigeriana, la replica è stata che non si riscontrano fenomeni di crimine organizzato.
Il risultato è che oggi l’area residenziale dove sorge il Grattacielo è talmente svalutata che gli attuali proprietari non riescono a rivendere un appartamento di circa cento metri quadri per 20-30mila euro, e diversi affittuari sono morosi.
Dato poi che ‘piove sempre sul bagnato’ ora, nelle torri, si riscontra anche un sistema antincendio inadeguato e dunque pericoloso, che andrebbe sostituito. Un problema ‘che si trascina nel tempo’ come giustamente riportato dalla stampa locale.
Come si pensa però che gli inquilini possano sostenere i costi di un nuovo impianto antincendio, quando potrebbe superare il valore stesso degli immobili, dato che di fatto non hanno alcuna attrattiva di mercato? E come avere la garanzia che tutti gli inquilini partecipino alle spese per il nuovo impianto con una trentina di appartamenti vuoti e una cinquantina di cui non si conoscono i criteri certificati degli impianti di riscaldamento?
Al di là della questione estetica – personalmente non comprendo con che criteri sia stata valutata quando il Grattacielo fu costruito in una città patrimonio dell’umanità – dato che tra il Castello estense e il rinascimentale Corso Ercole d’Este la visuale che si prospetta da Largo Castello sono proprio le due torri di moderna costruzione, come si pensa che gli inquilini possano far fronte a nuove spese per immobili che, probabilmente, non si potrebbero nemmeno regalare?
E dato che oramai le percezioni della destra si sono trasformate in quotidiane realtà, e la bonifica dell’area GAD, in termini di sicurezza e vivibilità sarà difficile da immaginare in tempi brevi, prima magari che avvenga l’irreparabile, come un incendio più devastante dei tre precedenti tenuti sotto controllo, sarebbe tanto peregrino valutarne la definitiva demolizione, ovviamente con un risarcimenti ai proprietari che si potrebbe immaginare anche con immobili di pari metratura in altra zona? E perché non sondare i proprietari nel Grattacielo per sentire come valuterebbero una proposta simile, dato che restano le vere vittime della situazione?
Mauro Malaguti, coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia
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