di Marcello Celeghini
Sono oltre 16mila, rappresentando oltre un quinto dell’imprenditoria ferrarese e ravennate, e danno lavoro a circa 42mila persone. Sono questi i numeri dell’imprenditoria femminile nei due territori presi in considerazione presentati giovedì pomeriggio durante la conferenza “L’economia femminile e le nuove frontiere dello sviluppo”, promossa dal Comitato provinciale per l’imprenditoria femminile della Camera di commercio di Ferrara in collaborazione con Unioncamere e con il Ministero dello Sviluppo Economico.
Dagli interventi e dal successivo dibattito è emerso un quadro complesso e articolato per quanto riguarda le imprese rosa, contraddistinto da una forte spinta innovativa e, al tempo stesso, da un legame strettissimo con la storia e le tradizioni dei territori. “L’economia femminile- interviene Gisella Ferri, presidente del Comitato sull’Imprenditoria Femminile di Ferrara-, pur avendo fatto passi da gigante in termini di numeri, consistenza e produzione negli ultimi decenni, ha ancora un ampio margine di crescita e di emancipazione: per le donne italiane ancora non è facile conciliare lavoro e famiglia, la disoccupazione femminile si mantiene su livelli elevatissimi, una parte dell’imprenditorialità femminile è espressione di una spinta all’autoimpiego generata proprio dalle insufficienti opportunità offerte dal mercato del lavoro o dalla necessità di maggior flessibilità per poter far fronte anche agli impegni familiari. Le tante testimonianze di donne imprenditrici danno la misura dei successi ma anche delle difficoltà affrontate, restituendo l’immagine di un esercito combattivo, pieno di risorse e di genialità”.
Il dato positivo vede Ferrara prima in regione per imprese femminili attive (più del 22% del totale) e le imprese in rosa che crescono di più sono proprio quelle che riescono a trovare un equilibrio tra i saperi nuovi, messi a disposizione dalla tecnologia, e quelli antichi. “La Provincia di Ferrara è un territorio rosa a tutti gli effetti perché ha generalmente una classe imprenditoriale buona e matura- sottolinea Donatella Orioli, consigliera di Parità della Provincia di Ferrara-. Non mancano le eccezioni nel nostro lavoro quotidiano di soggetti che definire imprese è un affronto al significato positivo che il termine esprime. Queste non-imprese non hanno il minimo rispetto delle risorse umane e non hanno capito che sono proprio il punto di partenza per la salute della loro azienda”.
Il focus di Silvia Guarducci, sezione speciale del Fondo centrale di garanzia del Ministero dello Sviluppo Economico, ha invece riguardato le opportunità per le imprenditrici e le aspiranti imprenditrici che derivano da un’offerta sempre più integrata e specialistica di servizi e di prodotti per la comprensione dei fabbisogni, nonché dal reperimento delle risorse finanziarie, del capitale e delle opportunità di insediamento, anche al di fuori del credito bancario tradizionale. Non è mancato in apertura il saluto del presidente della Camera di Commercio, Paolo Govoni, che ha testimoniato quanto l’ente camerale sia da sempre al fianco delle donne imprenditrici e come ogni anno siano numerose le iniziative per favorire la nascita di nuove imprese rosa.
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