Goro
15 Novembre 2018
Il sostituto procuratore Andrea Maggioni ha affidato l'incarico al genetista Fabbri per riesaminare i reperti prelevati nel 2015 dalle unghie di Willy

Omicidio Branchi. Nuovi accertamenti sulle tracce di Dna

di Daniele Oppo | 2 min

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Dopo la sentenza di primo grado con cui il gup Carlo Negri del tribunale Ferrara ha pronunciato l'assoluzione per i cinque accusati per le presunte tangenti tra i padiglioni della Fiera, nei giorni scorsi, la Procura ha deciso di ricorrere alla Corte d'Appello di Bologna per quanto riguarda la posizione dell'ex presidente Filippo Parisini, inizialmente prosciolto dal giudice dopo la richiesta di rinvio a giudizio, chiedendo ai giudici bolognesi di disporne il rinvio a giudizio

Goro. Se, dopo la puntata de Le Iene di martedì sera, alcuni hanno detto a Luca Branchi che deve smetterla, che deve lasciar perdere, ché tanto non troverà mai nulla, la procura di Ferrara ha invece tutta l’intenzione di smentire quella parte di Goro che crede ancora che l’ora della verità sull’infame omicidio di suo fratello Willy non sia destinata ad arrivare.

“Questa è la risposta”, sottolinea l’avvocato della famiglia, Simone Bianchi: il sostituto procuratore Andrea Maggioni ha infatti dato incarico al genetista Matteo Fabbri di riesaminare i campioni di Dna prelevati nel 2015, quando la salma di Willy venne riesumata. Il motivo, come spiega l’avvocato Bianchi, che ha nominato come proprio consulente il medico legale Lorenzo Marinelli, è che “con le nuove metodologie sviluppate negli ultimi anni, è possibile individuare il Dna di soggetti terzi anche da quei campioni parziali”. Si tratta in questo caso, di ricondurre a un soggetto univoco, i campioni parziali di Dna rilevati sotto le unghie di Willy, sicuramente non appartenenti al 18enne. È probabile che siano quelli di almeno uno dei suoi assassini, poiché un dato accertato già dalla prima indagine è che, in quella notte tra il 29 e il 30 settembre del 1988, Willy lottò contro i suoi aguzzini prima di essere massacrato con una pistola da macello.

Il consulente ha trenta giorni per completare le analisi. “Se dovesse essere estratto un Dna ‘univoco’ – spiega Bianchi -, a differenza che nel caso di Yara Gambirasio, verrà confrontato conq quello appartenente a una cerchia ristretta di persone” (per l’omicidio della ragazzina il Dna ritrovato venne classificato come ‘Ignoto 1’, poi ricollegato in modo molto complicato a Massimo Giuseppe Bossetti, poi condannato, ndr).

“Noi ci crediamo molto”, conclude l’avvocato Bianchi a nome della famiglia. E con lui chi crede che Willy meriti finalmente verità e giustizia.

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