Goro
15 Novembre 2018
L'inchiesta di Antonino Monteleone ripercorre fatti e luoghi del misterioso omicidio, trent'anni dopo il silenzio regge: "Abbiamo paura del sistema"

“Chi ha paura della verità?”, le Iene sulle tracce dell’assassino di Willy Branchi

di Redazione | 2 min

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di Giuseppe Malatesta

Goro. Compaiono anche le immagini non censurate del corpo martoriato di Willy Branchi nel servizio mandato in onda martedì sera da Le Iene, su Italia Uno. Nel ferrarese, l’inviato Antonino Monteleone ha incontrato i protagonisti della ‘battaglia per la verità’ sulla morte del giovane gorese, trucidato nel settembre del 1988 da qualcuno che, dopo 30 anni, ancora resta impunito e soprattutto coperto dall’atteggiamento omertoso dei tanti concittadini che, a detta di tanti, saprebbero molto di più di quello che fanno credere.

“Sono in duemila a sapere chi è stato” ha ribadito spesso don Tiziano Bruscagin, parroco del paese che, raggiunto da Le Iene evita accuratamente le domande più scomode sostenendo di aver “bisogno di pace”. Come lui, anche Antonello Veronesi e Antonio Biolcati si trincerano convinti nel silenzio. Insieme a Italo Mantovani, i due avevano raccontato agli inquirenti di aver visto la notte dell’omicidio il giovane Willy in compagnia di Valeriano Forzati, l’uomo su cui si erano concentrate le prime fallimentari indagini.

Con Luca Branchi, il legale Simone Bianchi, il giornalista Nicola Bianchi e l’investigatore Davide Tuzzi, l’inchiesta di Italia 1 ricostruisce decenni di cronache giudiziarie tentando di scucire dichiarazioni utili ai potenziali testimoni, come all’ex sarto del paese, persona indicata da don Bruscagin.

Per l’anziano, raggiunto nella sua bottega, Willy non sarebbe stato il primo giovane amante dell’assassino, un habituè – secondo l’intervistato – di relazioni extraconiugali con giovani ragazzi. Inoltre la pista da seguire sarebbe secondo lui quella della droga, con Willy coinvolto come ‘galoppino’ di uno spacciatore della zona. Un’ipotesi su cui l’avvocato Bianchi nutre molti dubbi. Effettivamente il racconto dell’ex sarto è piuttosto confuso: “Ho paura del sistema, temo che qualcuno possa incendiarmi la casa, meglio se andate via” dice allontanando la troupe.

“Goro non è posto facile, la comunità è molto chiusa e unita, difficilmente ci si sbottona” sostiene da tempo l’investigatore privato assunto dalla famiglia, Tuzzi. Lo stesso concetto sarà ribadito in termini più espliciti da un gorese intervistato nella seconda parte del servizio (che sarà in onda nella prossima puntata de Le Iene): “E’ un paese di mer*osi più che di omertosi”.

Chissà che le foto del corpo nudo e livido di Willy, e quelle del suo viso deforme e irriconoscibile, forato dal chiodo metallico di una pistola da macello, mostrate ancora una volta in tutta la loro crudezza possano smuovere chi ha ancora paura della verità. “Ho guardato quegli scatti 27 anni dopo la morte di mio fratello – racconta Luca -, sono peggio di un pugno nello stomaco, di una brutalità inspiegabile”.

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