Spettacoli
5 Ottobre 2018
Gli spettatori che si sono prenotati potranno assistere a "Ascesa e caduta degli Ubu"

Il Teatro Nucleo va in carcere per Internazionale

di Redazione | 2 min

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Non c’è due senza tre: terzo spettacolo con la regia di Giorgio Gallione al Teatro Comunale Claudio Abbado di Ferrara. Questa volta con “Delirio a due”, di Eugéne Ionesco, e il più che collaudato sodalizio, sulla scena e nella vita, Corrado Nuzzo-Maria Di Biase

“Piovano & Friends” in concerto con brani di Mendelssohn e Čajkovskij

Prima dei due concerti sinfonici che concluderanno la stagione a giugno, Ferrara Musica propone un affascinante appuntamento di musica da camera. Lunedì 6 maggio - Teatro Comunale “Claudio Abbado”, inizio alle 20.30 - è in programma un concerto intitolato “Miei diletti archi”, che vedrà protagonista l’ensemble Piovano & Friends

Un momento dello spettacolo (foto di Luca Gavagna)

«Di quanto avviene all’interno delle mura delle carceri sappiamo poco. Per larga parte della società libera, il carcere rappresenta semplicemente un deterrente. Si fatica a vedere la finalità trattamentale di questo luogo, le opportunità che può offrire a chi vi è destinato. L’ottica con cui ci si volge a queste persone rischia di essere per lo più assistenziale, legata in qualche modo ad un senso di carità».

Horacio Czertok, fondatore del Teatro Nucleo e del Coordinamento Teatro Carcere Emilia Romagna sintetizza il contesto nel quale da oltre quarant’anni lavora con persone recluse: un’azione poetica e politica il cui più recente esito, Ascesa e caduta degli Ubu, sarà presentato sabato 6 ottobre alle ore 20.30 all’interno della casa circondariale Costantino Satta di Ferrara nell’ambito del festival di Internazionale.

«In realtà, in condizione ristretta si trovano anche persone dalle potenzialità inespresse, abilità e sensibilità che per ragioni sovente del tutto fortuite non sono riuscite a esprimersi a pieno» aggiunge Czertok «Concedersi di percepire il detenuto in questa maniera significa per la società iniziare a riappropriarsi di risorse umane utili per il suo funzionamento. Il benessere e la crescita in quanto essere umani dei detenuti serve anche a chi sta fuori, soprattutto considerando che i detenuti prima o poi escono e torneranno ad abitare tra noi».

Lo spettacolo, prodotto dal Teatro Nucleo, patrocinato dall’Asp e dal Comune di Ferrara, si inserisce nel più ampio progetto Stanze di Teatro Carcere 2018 a cura del Coordinamento Teatro Carcere Emilia Romagna, che, nell’ambito di un protocollo d’intesa con la Regione Emilia, il Provveditorato Regionale dell’amministrazione penitenziarie e il Centro Giustizia Minorile Emilia Romagna e Marche, riunisce realtà teatrali operanti negli istituti di pena di Bologna, Modena, Ferrara, Reggio Emilia, Parma, Forlì e Castelfranco Emilia.

Gli spettatori che si sono prenotati entro il 5 settembre scorso potranno assistere a uno spettacolo ispirato all’Ubu roi del drammaturgo francese Alfred Jarry, in cui sovrani e tiranni sono raffigurati come mostri grotteschi, in una esposizione senza banalità dei loro vizi e delle virtù a cui hanno rinunciato. Arte e vita si intrecciano in via Arginone.

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