Attualità
23 Settembre 2018
Il 29 e 30 settembre si potrà toccare il cielo con l’evento di Vola nel Cuore, l’associazione che ha reso possibili i progetti innovativi presso Neuropsichiatria Infantile

Vola in Festa, due giorni di aviazione e passione per grandi e piccini

di Redazione | 3 min

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di Cecilia Gallotta

Aviazione, bambini, e innovazione scientifica. In comune c’è il fattore del sogno, che ha dato vita a una collaborazione “non convenzionale” e una due giorni con cui toccare letteralmente il cielo con un dito. Sabato 29 e domenica 30 settembre, presso l’aeroporto di Aguscello si apre ‘Vola in Festa’, un evento completamente gratuito voluto da Vola nel Cuore, l’associazione che dal 2004 segue i bambini “in stato di bisogno”, descrive il presidente Tiziano Menabò, soprattutto a livello di ospedalizzazione.

Acrobazie aeree, prove di volo, figuranti di Star Wars, Minions e Iron Man, sono solo alcune delle sorprese che riserva la manifestazione, alla quale sarà presente anche l’Aeronautica Militare, che a Poggio Renatico compie cent’anni di aviazione, come ricorda il colonnello Spalluto, e ha scelto Vola In Festa come apertura dei propri eventi celebrativi.

Ma dietro le quinte della grande festa, o meglio, davanti, c’è un evento più importante, quello dei progetti portati avanti nel reparto di Neuropsichiatria Infantile di Ferrara, dotato da poco di una “struttura interattiva” illustra il direttore generale Ausl Claudio Vagnini: “attraverso un drone, la sua telecamera e una cuffia sensoriale, i bambini hanno la percezione di vedere di vedere il mondo dall’alto”, spiega la responsabile del servizio neuropsichiatrico Franca Emanuelli. Ancora, uno ‘schermo tattile’ è già a disposizione grazie a un video proiettore; da ultimo, solo in ordine cronologico, il progetto Rondine, che darà ai bambini l’ebbrezza di volare su un aereo ultraleggero.

“C’è un circuito fondamentale che si attiva quando viviamo un’esperienza – spiega Emanuelli – una coloritura emotiva che ci fa provare la voglia di riviverla, di ‘sentirsi in grado’. E l’obiettivo è dare la possibilità ai bambini che non ce l’hanno, di provarla”.

Un intento che rende nobile il successo, esattamente come per le narrazioni del celebre scrittore Luigi Dal Cin, che ha allietato un pubblico di tutte le età dopo la presentazione dell’evento. “Un anno ero a Messina a ritirare il premio Troisi – racconta – e il primario di neurochirurgia infantile mi contattò sapendo che ero lì. Aveva un enorme problema, quello di convincere i bambini a fare l’anestesia pre-operatoria. Questo generava paura, nei genitori che già vivevano il dramma di un figlio malato, nei medici che si trovavano costretti a tenere fermi i piccoli pazienti e, ovviamente, nei bambini. Osservando foto e video del momento operatorio, mi venne subito in mente un’astronave, così proposi al primario una rivoluzione del reparto. Da quel momento lui sarebbe stato il capitano dell’astronave, e il bambino che voleva compiere un viaggio interstellare, l’operazione, dalla quale comunque sarebbe tornato trasformato, doveva compiere tre prove di coraggio: rimanere digiuno, prendere le gocce pre-anestetiche, e infine, mettere la maschera. Quel reparto ancora oggi è così, un’astronave, e la paura si è ridotta di qualcosa come il 90%”.

Una vittoria della comunicazione a dispetto della costrizione, “perché la narrazione è il linguaggio dei bambini, quello con cui mettersi in contatto con loro: da anni seguo una collana che parla della disabilità ai compagni di classe – racconta Dal Cin – perché trovo che rispetto alla sofferenza, a volte gli adulti preferiscano non parlare. Non per cattiveria, ma perché non sanno cosa dire ai bambini, forse perché spesso non sanno cosa dire a sè stessi. La chiave è usare la parola”, un insegnamento che, come constata Vagnini, “non serve solo ai bambini, ma anche e soprattutto a noi grandi”.

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