Paola Marchi (a sinistra) consigliere prima di maggioranza a Tresigallo (in seguito al suo no alla fusione è uscita dal Gruppo) e
Maria Cristina Felisati, capo gruppo lista Basta Sprechi a Ro
Il movimento per il ‘No’ alla fusione dei Comuni di Berra-Ro e Tresigallo-Formignana torna alla carica e distribuisce una nota-volantino nei Comuni coinvolti per chiarire ai cittadini quali sono le procedure amministrative e quindi l’importanza del voto al referendum, raccomandando alla popolazione di non astenersi in quanto “anche se il referendum è ‘consuntivo’, non ‘vincolante’, diventa comunque essenziale nella decisione o meno di fondere i due Comuni”.
La consultazione referendaria è prevista per il 7 ottobre e in quella data i cittadini di Ro e Berra potranno esprimersi a favore o a sfavore della fusione. Come spiega il movimento per il ‘No’, se vince il ‘No’ a Ro anche solo per un voto e il ‘Sì’ a Berra, “la fusione non è obbligatoria, la Regione non obbliga Ro a fondersi, anzi gli concede la possibilità di deliberare in Consiglio comunale entro 60 giorni dal referendum”. In quell’occasione, come spiega il movimento, il Consiglio dovrebbe rispettare la volontà dei cittadini e quindi non procedere alla fusione: “Occorre la maggioranza relativa dei consiglieri […] astenersi per alcuni consiglieri, come nella prima votazione, dopo che il referendum ha detto “no fusione”, diventa veramente una presa in giro palese a tutti i cittadini, proprio a tutti quei cittadini ai quali questi consiglieri che si sono astenuti hanno detto pubblicamente (per giustificare la propria astensione) di rispettarne il voto. Per quei consiglieri, ora di maggioranza, che, nonostante il no dei cittadini di Ro alla fusione, decideranno ugualmente di procedere fondendosi con Berra, significa che della vostra opinione poco a loro importa”.
Ecco perché “nei giorni scorsi i consiglieri Marchi di Tresigallo e Felisati di Ro hanno proceduto a inoltrare un’interpellanza alle rispettive amministrazioni affinché queste amministrazioni e i sindaci in prima persona dichiarassero pubblicamente la loro intenzione nel caso vincesse il no”.
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