Cento
23 Agosto 2018
Mattia Polazzi e Lorenzo Magagna (Lega) esprimono perplessità sulla scelta di convertire le vecchie scuole elementari e non riutilizzarle dopo adeguata ristrutturazione

Pieve di Cento: “Scuole elementari, così non va”

di Redazione | 3 min

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Pieve di Cento. Il consigliere dell’Unione Reno Galliera Mattia Polazzi e il vicesegretario nazionale della Lega Emilia Lorenzo Magagna esprimono perplessità sulla scelta di convertire le vecchie scuole elementari di Pieve di Cento “Edmondo De Amicis” e non riutilizzarle dopo adeguata ristrutturazione al suo scopo originale, quello didattico.

“La scelta dell’amministrazione di centrosinistra a trazione Pd di realizzare una scuola provvisoria come quella fatta in via Kennedy e non una modulare (contrariamente a quanto deciso in molti Comuni del “cratere”) in attesa di sistemare le scuole danneggiate dal sisma non ci ha convinto allora e oggi ancora meno”, commentano all’unisono Polazzi e Magagna. “Considerando – aggiungono nel motivare la loro contrarietà – che il Comune di Pieve di Cento è stato escluso dai Comuni beneficiari degli ulteriori interventi pubblici di ricostruzione scolastica post sisma e il plesso realizzato è nato provvisorio, anche se successivamente sembrerebbe che l’amministrazione abbia deciso di farla diventare definitiva. Senza grossi lavori si è riusciti a far diventare definitiva una scuola nata provvisoria, misteri della politica”.

Secondo Polazzi e Magagna “prima o poi, occorrerà costruire una nuova scuola primaria” e si chiedono “con quali fondi? E fino a quando, questa struttura, potrà essere usufruita come plesso scolastico?”

“Se, viceversa, si fosse optato per realizzare moduli scolastici davvero provvisori, nel frattempo recuperando lo splendido edificio di via Rizzoli 8/Circonvallazione Levante al suo ultra secolare fine di scuola primaria, semmai dotandolo di ogni ulteriore confort possibile, per alunni e corpo docente, biblioteca e palestre incluse, con il rifacimento e abbellimento del piazzale antistante di via Rizzoli (come ora in atto, ma per altri fini), queste problematiche di un futuro del tutto nebuloso, non si porrebbero. I nostri ragazzi, già da parecchio tempo, si ritroverebbero nella scuola che è stata dei loro nonni e padri”.

La soluzione adottata sarebbe dunque “del tutto fuorviante per il nostro mondo scolastico”. Questo perché “lasciare i nostri ragazzi, non si sa bene per quanto tempo ancora, nello stabile di via Kennedy, per trasformare l’edificio di via Rizzoli in una megabiblioteca, pinacoteca, maxi auditorium e, persino, caffetteria, non è porre la scuola come elemento amministrativo prioritario”. Con la conseguenza che il Comune “così privato della sua prima e vera struttura educativa, si ritroverà ad affrontare ulteriori spese per il mantenimento dei programmati maxi auditorium, biblioteca, pinacoteca e via elencando”.

Prima – concludono – si doveva pensare all’educazione scolastica, al mondo didattico: in un edificio, quello storico di via Rizzoli, che era e doveva essere mantenuto al suo scopo. Con la sua ristrutturazione post terremoto, con interventi antisismici che lo rendessero ancora più sicuro dopo gli interventi effettuati già tra il 2002 e il 2003. Diventerà agibile: ma poco prima delle nuove elezioni comunali del 2019. Semmai, realizzando anche un bel progetto. Davvero prioritario? Intanto, i nostri ragazzi dovranno studiare, nel loro primo effettivo inserimento scolastico in una struttura sempre più provvisoria. Se amministrare significa compiere delle scelte per il bene pubblico, e non per dare immagine, su questo versante si è amministrato male”.

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