Buongiorno,
sono un ragazzo ferrarese che ha letto di recente la lettera di una certa signora Anna, che sintetizzo brevemente con questa frase: Giappone = tutti i mali del mondo.
Tralasciando certi contenuti sconnessi della lettera, come quando dice che il Giappone non ha prodotto alcun intellettuale o poeta, vorrei soffermarmi sull’altra parte della lettera, ovvero quella in cui dice che chiunque sia appassionato di quel genere di cose sia un adulto mancato e fallito.
Innanzitutto, non per darmi delle arie, ma io non sono un adulto mancato e fallito. Sono laureato, ho un giro di amicizie sane e presto mi trasferirò all’estero per un lavoro che forse in Italia non avrei potuto trovare. Sono una persona normale, sana di corpo e di mente e non distaccata dalla realtà in alcun modo.
Ma poniamo che io sia l’unica persona normale in un universo di cerebrolesi. Ipotesi assurda, perché la signora Anna probabilmente non ha mai parlato con le persone che frequentano certi eventi. Se lo facesse, capirebbe che sono tutte persone normali e che solo una minima parte di esse sono effettivamente troppo coinvolte in questo hobby.
Ma poniamo che si tratti effettivamente di cerebrolesi. E allora? Dove sta il problema? Sono persone e lei sta attuando una discriminazione sulla base di un hobby! Ridicolo e infantile!
Lei, Signora Anna, giudica le persone per un loro passatempo, senza parlarci o conoscerle. Si faccia un giro alla prossima fiera dell’elettronica quando ha tempo.
Io non mi vergogno di leggere Attack on Titan o di giocare a Pokemon Showdown e nessuno dovrebbe farlo.
Paolo Rugini