Cronaca
8 Luglio 2018
L'azienda intanto tranquillizza i pazienti a cui è stata fornita la protesi dentaria: "Dal 2014 a oggi non abbiamo ricevuto particolari segnalazioni di problemi"

Truffa delle dentiere, l’Ausl si costituirà parte civile

di Redazione | 3 min

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L’Azienda Usl è pronta a costituirsi parte civile nell’eventuale rinvio a giudizio che riguarda i quattro indagati per la truffa delle protesi dentarie costruite in Tunisia ma spacciate come realizzate in Italia e poi consegnate alla stessa Ausl di Ferrara nell’ambito di un bando per la fornitura triennale di dentiere destinate alle persone in difficoltà economica.

Dopo aver ricevuto l’avviso di conclusione indagini trasmesso dalla Procura della Repubblica, infatti, l’Ausl ha “provveduto a incaricare il legale di raccogliere tutte le informazioni e i documenti presenti nel fascicolo delle indagini per poter valutare le eventuali azioni che si reputassero necessarie a tutela dell’integrità dell’azienda, ma, soprattutto, della sicurezza dei pazienti”.

“Sono attualmente in corso – spiega la direzione dell’azienda sanitaria – le verifiche da parte dei servizi interni interessati, ciascuno per i diversi ambiti di competenza sia amministrativo che clinico assistenziale. Il pool di professionisti coinvolto è composto sia da esperti in materia contrattualistica che da medici/odontoiatri e ingegneri clinici.  La mole degli atti di indagini e i fascicoli sono molto consistenti ma garantiamo di concludere l’iter istruttorio in breve tempo. L’Azienda sarà certamente tempestiva nelle sue azioni, avendo ben chiaro che da un lato deve garantire la sicurezza dei pazienti, ma dall’altro deve evitare di compiere atti che possano produrre inutili disservizi all’utenza o che danneggino immotivatamente le parti interessate”.

Nello stesso tempo è ancora l’Ausl Ferrara a segnalare che “dal 2014 a oggi il servizio odontoiatrico non ha ricevuto particolari segnalazioni di problemi connessi all’applicazione della protesi o di un numero di rotture protesiche superiori al passato”. “Il tutto – rassicura l’Ausl – rientra nell’ambito della normalità della manutenzione o sostituzione di manufatti usurabili. Il numero di pazienti interessati è particolarmente elevato: ogni anno vengono applicate protesi dentali di questo tipo a circa 450 assistiti, pazienti rientranti nelle categorie aventi diritto per legge, o per reddito o perché affetti da condizioni patologiche specifiche che, quindi, avrebbero avuto tutto l’interesse a riportare eventuali malfunzionamenti o reazioni o altri disturbi agli odontoiatri che li avevano in cura o, comunque, al personale sanitario. Il servizio odontoiatrico provinciale pertanto, intende tranquillizzare tutti i pazienti a cui è stata fornita protesi dentaria e si mette a disposizione dei pazienti per fornire ogni utile informazione sulla protesi a loro fornita o programmare una visita di controllo, qualora lo ritengano opportuno”.

Sui quattro indagati dalla procura di Ferrara grava l’ipotesi di truffa aggravata in concorso ai danni dell’azienda sanitaria estense e frode nella pubblica fornitura. Si tratta del legale rappresentante della Odontart Srl di Roma, Angelo Mariani (55 anni) e dei soci e proprietari della società Pierluigi Pippi (60 anni), Stefano Conti (55 anni) e Marco Torregiani (55 anni). L’azienda si aggiudicò l’appalto da oltre 700mila euro nel 2013 (rinnovato poi nel 2017), offrendo un ribasso del 33% e spazzando via tutti gli altri concorrenti. L’ipotesi accusatoria è quella di aver nascosto all’Ausl che le protesi fornite venivano prodotte in Tunisia dalla società Laboratoire Dentaire Odontart Sarl, inducendo l’azienda sanitaria in errore circa la presenza di tutti i requisiti per la partecipazione al bando di gara, che prevedeva espressamente che la fabbricazione avvenisse in Italia.

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