Cronaca
7 Luglio 2018
La Odontart di Roma nel mirino della procura estense, nel 2013 vinse il bando da oltre 700mila euro offrendo un ribasso del 33%. La difesa: “Siamo serenissimi”

Dentiere fabbricate in Tunisia. Quattro indagati per una truffa all’Ausl

di Daniele Oppo | 2 min

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Protesi dentarie costruite in Tunisia ma spacciate come realizzate in Italia e poi consegnate all’Ausl di Ferrara nell’ambito di un bando per la fornitura triennale di dentiere destinate alle persone in difficoltà economica. Sono quattro gli indagati dalla procura di Ferrara per l’ipotesi di truffa aggravata in concorso ai danni dell’azienda sanitaria estense e frode nella pubblica fornitura. Si tratta del legale rappresentante della Odontart Srl di Roma, Angelo Mariani (55 anni) e dei soci e proprietari della società Pierluigi Pippi (60 anni), Stefano Conti (55 anni) e Marco Torregiani (55 anni).

L’azienda si aggiudicò l’appalto da oltre 700mila euro nel 2013 (rinnovato poi nel 2017), offrendo un ribasso del 33% e spazzando via tutti gli altri concorrenti.

L’ipotesi accusatoria è quella di aver nascosto all’Ausl che le protesi fornite venivano prodotte in Tunisia dalla società Laboratoire Dentaire Odontart Sarl, inducendo l’azienda sanitaria in errore circa la presenza di tutti i requisiti per la partecipazione al bando di gara, che prevedeva espressamente che la fabbricazione avvenisse in Italia.

I quattro sono indagati anche per aver commesso una frode nella fornitura, fabbricando e cedendo all’Ausl protesi dentarie di origine e qualità diverse rispetto a quanto previsto nel bando, con l’utilizzo di materiali non tracciabili e attestando falsamente la produzione nazionale, utilizzando peraltro personale non qualificato. Così, secondo la procura estense (il fascicolo è in mano al sostituto procuratore Ciro Alberto Savino), la Odontart avrebbe ‘risparmiato’ almeno il 20% sulla spesa per le forniture, ‘salvando’ circa 920mila euro dal 2014 al 2017.

La procura ha attivato anche i Nas di Padova che si sono recati nella sede della società a Roma, riscontrando l’assenza di strutture adeguate per una produzione interna delle protesi. In aggiunta, durante le indagini, è stato trovata nella posta elettronica del materiale che dimostrerebbe che la fabbricazione avveniva effettivamente in Tunisia.

L’indagine, durata più di un anno, è partita dall’esposto presentato nel 2014 dal presidente del Cov-Consorzio odontotecnici veneti, Mario Dante Olimpio, rappresentato dall’avvocato Francesco Amodio del Foro di Bari. Il Cov fu una delle società che parteciparono alla gara (arrivando terzo), perdendo di fronte al ribasso offerto dalla Odontart.

“Gli stessi documenti raccolti in procura, se letti attentamente, scagionano i miei clienti – commenta l’avvocato John Riccardo Paladini, che difende i quattro indagati -. Sono stati consegnati 3.609 lavori all’Asl di Ferrara e non vi è stata alcuna contestazione. Siamo serenissimi”.

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