Cronaca
10 Maggio 2018
Pubblicate le motivazioni della Cassazione, definitiva la condanna del luogotenente Amatiello

Caso Noe-Niagara. “Finalmente dopo aspre battaglie abbiamo avuto giustizia”

di Redazione | 2 min

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Mauro Carretta della Niagara

“Ci sono voluti dieci anni di aspre battaglie, ma finalmente abbiamo avuto giustizia”. È questo il commento dell’avvocato Fabio Anselmo dopo la pubblicazione delle motivazioni della sentenza con cui la Cassazione ha rigettato il ricorso presentato da Sergio Amatiello, ex luogotenente dei carabinieri dei Noe di Bologna, condannato in primo grado e in appello per tentata concussione ai danni della ditta di smaltimento rifiuti speciali Niagara di Poggio Renatico.

La vicenda nasce da un’ispezione del Noe presso la società con sede a Poggio Renatico, attiva nello smaltimento di rifiuti speciali nel febbraio 2008. Secondo l’accusa, il luogotenente Amatiello e il maresciallo Tuffariello, sottufficiali dei Carabinieri del Noe, in concorso con Varsallona (legato ai primi due da rapporti extraprofessionali: stavano costituendo insieme una società di consulenza in materia ambientale) avevano indotto Carretta a promettere loro una somma tra i 20mila e i 40mila euro per “ammorbidire” le conclusioni dell’informativa finale da depositare in procura. In pratica avrebbero prospettato ai vertici dell’azienda che, con quella mazzetta, avrebbero salvato gli impianti dal sequestro e loro stessi dalle misure cautelari. Il reato non si consumò perché Carretta denunciò il fatto alle autorità. Di qui la derubricazione della concussione in “tentata”.

La sentenza della Cassazione è dello scorso aprile e dalle motivazioni si evince che i giudici abbiano ritenuto di trovarsi davanti a un caso di “doppia conforme”, ovvero di un doppio giudizio identico, non viziato nella valutazione delle prove e correttamente motivato. Diventa definitiva la condanna per Amatiello, così come era già diventata definitiva la condanna anche a carico del carabiniere Vito Tufariello e dell’imprenditore Marco Varsallona.

“È una motivazione che ci dà ancora più soddisfazione – prosegue Anselmo, che ha rappresentato la parte civile Marco Carretta (titolare di Niagara) – perché rimarca il ruolo della parte civile nell’accertamento della verità, citandola più volte”.

In un primo giudizio d’appello, la corte ritenne che non sussistessero prove sufficienti contro Amatiello, che venne assolto – ma una la Cassazione rimandò tutto indietro, trovando carente la motivazione – e abbassò l’ammontare delle pene per i coimputati: un anno e otto mesi per Varsallona e un anno e dieci mesi per Tufariello. Amatiello era stato poi condannato a luglio del 2017 a un anno e otto mesi dalla terza sezione della Corte di Appello di Bologna.

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