Meis. Il 17 maggio apertura notturna e laboratorio a Casa Niccolini
Doppio appuntamento sabato 17 maggio con le attività del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah
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Un viaggio straordinario tra arte, storia e tecnologia prende vita nel cuore della città estense. Dopo un meticoloso lavoro di restauro durato due anni, gli affreschi della chiesa tornano alla luce
Doppio appuntamento nel fine settimana con il teatro contemporaneo: venerdì 16 il progetto itinerante Strada Maestra dal Fienile all’Impianto Idrovoro di Baura, domenica 18 arriva la compagnia Kepler-452 con Album
Sabato 17 maggio 2025, alle ore 16.30, appuntamento ai piedi dell'argine del Po, in via Palantone a Porporana, per assistere allo spettacolo itinerante e site-specific La memoria dell’acqua, di Officina Teatrale A_ctuar, dedicato alle storie del Grande Fiume, alla sua fantasia e alle sue incredibili ricchezze storiche e naturali
Il prossimo 22 maggio, il prestigioso Ridotto del Teatro Comunale di Ferrara sarà il palcoscenico di un evento internazionale di eccezionale rilievo: i Top 60 Masters Awards 2025, conosciuti a livello mondiale come “Gli Oscar delle Arti Visive”
Se nel mondo del giornalismo, ma di più, nel panorama intellettuale odierno aumenta la fame di maestri, ricordare personalità come Gaetano Tumiati diventa fondamentale. Un uomo leale e una firma coerente, che rimane un punto di riferimento per chi ancora si confronta con il quotidiano. «Un giornalista onesto e tutt’altro che fazioso», lo definì Pietro Nenni quando lasciò a malincuore i colleghi dell’Avanti! per lavorare con La Stampa. Venerdì 11 maggio, alle 16, nella Sala Arengo di Palazzo Ducale, l’istituto di Storia Contemporanea di Ferrara lo ricorda nel centenario della nascita. Per l’occasione, Anna Quarzi coordinerà una tavola rotonda insieme ai giornalisti Giulio Anselmi, Maria Luisa Agnese, Sandro Liberali, Valentina Strada, Francesca Tumiati e al Consigliere di Stato Daniele Ravenna.
Ferrarese di nascita, Tumiati si laureò alla facoltà di Giurisprudenza. Partito volontario per la Libia durante la seconda guerra mondiale, fu fatto prigioniero dagli americani e trasportato oltreoceano in un campo a Hereford, in Texas. Ritornato in patria nel 1946, cominciò la sua intensa carriera giornalistica come inviato prima dell’Avanti! e poi de La Stampa. Diresse la rivista Illustrazione italiana fino a diventare vicedirettore di Panorama. Scrisse per Il Secolo XIX e nell’85 pubblicò il diario Prigionieri nel Texas (Mursia) che condensa le memorie della reclusione oltreoceano.
«In casa nostra fu un formidabile antidepressivo – esordisce la figlia Francesca Tumiati – Era un uomo pieno di energia e di vitalità, un ottimista roboante. Alto e lungo come un punto esclamativo sulla vita. Mia madre, invece, era un’intellettuale raffinata con addosso un male oscuro che condivideva con Giuseppe Berto. Spesso quando lo scrittore, nonché suo grande amico, veniva a trovarci a Milano, si appartava con mia madre e sussurravano gli effetti dei loro stati d’animo, il buio nei loro sguardi. Mia madre sussurrava, camminava come una trapezista sull’esistenza, mentre mio padre esclamava coi piedi piantati per terra, una quercia che ha resistito sino a 94anni. Da figlia che ha vissuto questa vertiginosa dicotomia è stato prezioso perché mi ha trasmesso la gioia di vivere». Il loro rapporto si è rinsaldato durante la vecchiaia del padre, intima e rivelatoria; perciò ha deciso di mantenere la promessa e di leggere proprio a Ferrara un racconto sul suo ultimo periodo. Tumiati aveva un timbro altisonante, ma simpatico, un approccio ironico alla realtà che metteva gli altri a loro agio. Era garbato. «Mi insegnò quanto fosse poco in vita ciò che appaga davvero e, quindi, da afferrare senza riserve. Mi esortava a godere di ogni giornata di luce, dell’hic et nunc». Se nel 1976 si aggiudicò il Premio Campiello con Il busto di gesso (Mursia), Questione di statura (Mondadori) e I due collegiali (Marsilio) lo inscrivono nella lista dei nostri migliori romanzieri contemporanei. Infine non è da tralasciare Morire per vivere. Vita e lettere di Francesco Tumiati medaglia d’oro della Resistenza (Corbo), la biografia dedicata al fratello partigiano ucciso dai nazifascisti nel ’44.
«Un aneddoto che lo lega a Nenni – prosegue il nipote Daniele Ravenna – risale a quando in Cina, nei primissimi anni ’50, Mao aveva conquistato il potere finita della guerra civile. Tumiati ci voleva andare, benché nessun paese occidentale avesse rapporti diplomatici con il rivoluzionario, poiché tutti li avevano mantenuti con Taiwan. Fu lo stessi Nenni a scrivere in francese la lettera a Mao che, attraverso la Svizzera, gli avrebbe aperto un’opportunità. Una volta arrivato là scrisse una serie di reportage per l’Avanti! che dopo raccolse nel volume Buongiorno Cina. La sua statura imponente faceva paura: allora i cinesi non immaginavano gli occidentali potessero essere tanto alti. Ma vinti i primi timori, si trovava circondato di bambini che cercavano di toccarlo, di giocare con quel suo nasone». Nella parte opposta del mondo Gaetano Tumiati si sentiva immerso nell’atmosfera familiare e nel calore di una strada di Napoli.
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