di Cecilia Gallotta
Non poteva mancare la ‘signora italiana del thriller’ Elisabetta Cametti per la quarta edizione di GialloFerrara, che ha presentato il suo ultimo libro mozzafiato, ‘Caino’. Non prima, però, di aver svelato qualche curiosità in più.
Come si inserisce Caino nel in questo momento della carriera, e nel background letterario della ‘signora del thriller’? Sei soddisfatta?
Caino è all’interno di un disegno più ampio. Questo è il secondo capitolo della serie 29, un nuovo appuntamento con la protagonista Veronika Evans. Ma proseguirà, così come sta proseguendo parallelamente anche la serie K, con al centro Katherine Sinclaire. E nel 2019 ci sarà un crossover, dove le due protagoniste si incontreranno. Caino sta andando molto bene, il 30 novembre ci sarà un grande evento per la sua presentazione a Venezia, dove è in gran parte ambientato.
I tuoi libri sono tutti ispirati a fatti di cronaca nera realmente accaduti. C’è un’intenzione precisa per questo? La linea tra finzione e realtà è così sottile?
Sì, i miei libri partono tutti dalla cronaca. Non c’è esagerazione narrativa. La mia è una denuncia, una denuncia di una realtà che va al di là di ogni peggiore, o migliore, fantasia. La realtà sa essere molto più fiction della fiction, dai fatti di cronaca si trovano spunti che io altrimenti non mi immaginerei neanche. La mente umana, che è quella che a me interessa mettere a nudo, è capace di arrivare a cose impensabili, e a sua volta, è fonte di grandissimo stimolo per la realtà.
Le protagoniste, poi, sono tutte donne. C’è un profilo che le distingue in questa scelta?
Sono tutte donne molto realistiche, non sono né bellissime, né perfette, anzi. Tutte sbagliano, tutte si portano i loro problemi alle spalle. Perché poi alla fine è con ognuno di noi che si vanno a identificare. Le descrivo pochissimo a livello fisico, cosicché ogni lettore si possa immaginare la protagonista un po’ come vuole, ma tantissimo a livello caratteriale, psicologico e mentale.
Ti rispecchiano?
A livello caratteriale sì, ma loro essendo fiction sono molto più libere di me. Sono la mia voce amplificata alla massima potenza, sono donne molto diverse fra loro che cercano ognuna di dare il proprio contributo alla ricerca della giustizia. Portano avanti quelli che sono i miei messaggi, come l’animalismo e la lotta al femminicidio. E soprattutto, guardano molto al futuro.
E tu?
Io sì, tantissimo. Guardo pochissimo al passato, vivo molto il presente, e tantissimo al futuro. Adesso sto scrivendo il terzo capitolo della serie k, che uscirà alla fine del 2018. Intanto farò un rilancio del primo della serie, ‘I guardiani della storia’, che il 23 novembre uscirà in edicola assieme alla Gazzetta dello Sport. E poi stiamo lavorando per una possibile realizzazione cinematografica oltreoceano, ma è ancora tutto un progetto.
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