Il sequestro record di oltre due tonnellate di marijuana rientra nella “top ten” dei sequestri a livello nazionale. Ma è avvenuto “per caso” durante un servizio di controllo del territorio contro il bracconaggio e la pesca di frodo. Una bella sorpresa quando nei due furgoni sospetti non sono state trovate le “solite” reti abusive ma 90 grossi pacchi contenenti 2041 chili di marijuana e 10 chili di hashish, di cui 6 di fumo e 4 in liquido. Il valore della vendita al dettaglio supera i 20 milioni di euro.
La maxi operazione è avvenuta martedì sera, verso le 21, quando i carabinieri del servizio Biodiversità di Casal Borsetti (Ravenna), impegnati in un quotidiano servizio anti-bracconaggio a Lido di Spina, hanno notato i fari di due furgoni nascosti nella fitta vegetazione in prossimità degli stabilimenti balneari Le Piramidi e Jamaica. I militari hanno immediatamente intimato l’alt ai due mezzi (presi in affitto in Italia) che si sono dati repentinamente alla fuga.
Il tempo di avvisare la centrale operativa di Comacchio per chiedere i supporti che è partito l’inseguimento di uno dei due furgoni perché il primo mezzo è stato abbandonato quasi subito e gli occupanti sono scappati a piedi nella boscaglia. Il secondo ha proseguito la folle fuga su diverse strade sterrate, infrangendo la recinzione del Camping Village di Spina, disabitato dopo la fine della stagione balneare, se non presidiato da un custode. Qui i fuggitivi hanno abbandonato anche il secondo mezzo e hanno proseguito la fuga a piedi
La battuta di ricerca è proseguita tutta la notte nella “zona rossa” con il supporto di carabinieri in borghese che hanno stretto una morsa efficace intorno al perimetro. Fino a quando la mattina seguente, alle 8.30, a poche centinaia di metri dal campeggio, la pattuglia dell’Aliquota Radiomobile ha individuato un ragazzo sporco, con residui di sabbia bagnata addosso, graffiato su tutto il corpo come se avesse percorso strade piene di arbusti e rovi. E in effetti è andata proprio così.
Il giovane è stato identificato in R.R. – albanese di 19 anni, entrato in Italia da pochi mesi, irregolare sul territorio nazionale – e portato nel carcere di via Arginone dove il pm Tittaferrante ha convalidato il provvedimento di fermo di indiziato di delitto. Due le prove schiaccianti a suo carico: la carta d’identità dimenticata in uno dei due furgoni e le immagini di videosorveglianza che lo collocano sulla scena. Gli altri due o tre colleghi, più grandi ed esperti di lui, hanno fatto perdere le proprie tracce.
Il giovane trasportatore – nativo di Valona, porto importante per il traffico di stupefacenti dall’altra parte dell’Adriatico – rappresenta “l’ultimo anello della catena” di un’organizzazione molto più grande e complessa che traffica ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti via mare. I pacchi, infatti, sono stati trovati ancora umidi, sporchi di sabbia, legati con una corda, marchiati con lettere e simboli, e dentro ognuno di essi era presente un galleggiante per superare a pelo d’acqua la tratta dall’Albania.
Gli inquirenti ipotizzano che il carico fosse stato appena prelevato sulla costa del Ravennate e fosse di passaggio nel Ferrarese per raggiungere il mercato veneto e bolognese. Una rotta “in salita” ancora tutta da accertare: non si esclude che in zona sia presente un magazzino di stoccaggio o un grossista. Le indagini proseguiranno nei prossimi giorni (e mesi) per stabilire la filiera a ritroso. Grazie ai ‘tag’ impressi sui pacchi, gli inquirenti sperano di risalire all’area geografica dove il prodotto è stato coltivato e confezionato.
Questa “miniera d’oro” della droga rappresenta una “piacevole sorpresa” per il vicecomandante del Comando Provinciale di Ferrara Andrea Firrincieli, il comandante del Reparto Biodiversità Punta Marina Giovanni Nobili, il comandante del Reparto Operativo di Ferrara Marco De Martino e il comandante della Compagnia di Comacchio Andrea Coppi – insieme ai 30 carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Ferrara, della Compagnia di Comacchio, del Nucleo Carabinieri Forestali dell’Ufficio Territoriale per la Tutela della Biodiversità di Casal Borsetti che hanno partecipato alle operazioni – che allargheranno le indagini per ricostruire le manovre di stoccaggio, importazione, esportazione, gestione a livello logistico e organizzativo che possano collocare la direttrice Ravenna-Ferrara come una più attuale rotta della droga.