Economia e Lavoro
14 Ottobre 2017
I vantaggi più sognati sono sburocratizzazione, semplificazione, abbattimento dei costi e omogeneità

Accorpare i Comuni, il mondo dell’impresa intravede il potenziale

di Elisa Fornasini | 3 min

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Giuseppe Vancini

Una proposta di difficile attuabilità ma dell’enorme utilità e potenziale. È unanime la presa di posizione delle associazioni di categoria sull’ipotesi di accorpamento dei 22 Comuni ferraresi immaginata da Cgil, Cisl e Uil proprio per rilanciare, tra le altre cose, l’economia delle imprese rappresentate dalle associazioni datoriali.

“Il nostro è un giudizio positivo, ne guadagniamo in burocrazia e omogeneità” parte in quarta Confartigianato, tramite la voce del segretario provinciale Giuseppe Vancini, che tra i vantaggi elenca la “semplificazione nelle normative (considerato che ogni Comune ha le sue condizioni fiscali e differenti applicazioni) e nella gestione complessiva dei nostri 3mila associati, che beneficerebbero di un abbattimento dei costi. Ma è davvero difficile da realizzare, già si fa fatica ad accorpare i Comuni piccoli…”.

Davide Bellotti

Se arrivare a 4 maxi Comuni sembra una vera utopia, anche il presidente Cna Davide Bellotti si dice “favorevole all’accorpamento, una soluzione non facile ma percorribile, poi sul numero si può ragionare”. “È assolutamente necessario mettere in moto l’economia superando un modello burocratico di due secoli fa” critica Bellotti che – invocando sempre sburocratizzazione e semplificazione – intravede uno “sviluppo economico che deve farsi carico del miglioramento del welfare, come già stanno facendo le aziende nei nuovi contratti, perché è lo sviluppo ad aiutare la gente e non viceversa”.

Stefano Calderoni

“Al di là del numero dei Comuni, una ridefinizione funzionale è necessaria dopo l’abolizione delle Province” dà manforte il presidente Cia Stefano Calderoni, secondo cui “manca un ente di coordinamento: le Unioni non hanno assunto il ruolo che ci si aspettava e la Camera di Commercio è l’unico punto di riferimento per area vasta. Il superamento dei presidi territoriali che non hanno più ragione di esistere ci consente di rimettere il tema della periferia al centro delle scelte delle pubbliche amministrazioni, riducendo il gap tecnologico, sociosanitario e occupazionale”.

Giulio Felloni

“Confrontarsi con un interlocutore unico può rendere le cose più semplici” conferma il presidente Ascom Giulio Felloni che invoca il rinnovamento in questo “territorio sfaccettato” tramite un “piano strategico comune su commercio, turismo, servizi e trasporto”, partendo dall’abbattimento delle tasse perché “le imprese, come i cittadini, non ce la fanno più”, dai costi inferiori per i servizi e dall’“unione territoriale che fa la forza, specie per il turismo integrato e stanziale”.

Alessandro Osti

“Ben venga meno referenti e più omologalizzazione” è l’accoglienza positiva del direttore Confesercenti Alessandro Osti che, come i suoi colleghi, auspica una “razionalizzazione di procedure e sburocratizzazione” e una “analisi approfondita sull’attuabilità del progetto” perché “anche se l’annullamento delle Province ha dato esito positivo da parte dei cittadini, mettere d’accordo tutti questi Comuni frammentati è più impegnativo. Ma non escludo che con uno sforzo si possa fare”.

Andrea Benini

Anche il mondo cooperativo, rappresentato da Legacoop Estense che di fusioni se ne intende dopo l’unificazione Ferrara-Modena con a capo il presidente Andrea Benini, pensa che “vada approfondito con attenzione il beneficio economico effettivo che si avrebbe dalle fusioni, l’impatto sui servizi erogati ai cittadini – i quali potrebbero temere un allontanamento delle istituzioni e una diminuzione dei servizi stessi – nonché le modalità con cui si intendono investire le risorse che ne deriverebbero”.

Guardando i nostri vicini, “bisogna notare che province con più alta frammentazione istituzionale e analoga estensione, come Modena, hanno performance economiche e demografiche eccellenti – nota Benini – per cui non esiste un rapporto di causalità diretta tra numero dei Comuni e sviluppo demografico e imprenditoriale. Restiamo comunque disponibili a partecipare ad eventuali tavoli di concertazione sul tema”.

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