Cronaca
6 Luglio 2017
Tanti amici di Marcello Cenci si sono radunati in piazza Ariostea per un aperitivo in suo ricordo, con loro anche il padre Mario

«Marci era unico, ci sentiamo traditi da Eder»

di Redazione | 2 min

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È un sorriso triste ma rassicurante, che esprime fiducia e gratitudine, quello che Mario Cenci riserva agli amici del figlio Marcello – ucciso a Velencia tre giorni fa e per il cui omicidio il principale sospettato è l’ex amico di una vita, Eder Guidarelli – accorsi in piazza Ariostea per un aperitivo in ricordo del 32enne.

Sono circa quaranta, in tanti piangono, alcuni si avvicinano al signor Mario e lui li ascolta, pronuncia qualche parola, dona a tutti un sorriso commosso, ringrazia e allarga le braccia per stringerli in un caloroso abbraccio. C’è anche un’ex insegnante del liceo di Marcello, chiede chi siano tutte quelle persone, tentenna un po’ e poi anche lei va a porgere il suo saluto a Cenci e c’è un abbraccio anche per lei.

Si parla, le facce sconvolte, molte sono rigate dalle lacrime, gli occhi rossi. Nessuno, comprensibilmente, se la sente di rilasciare dichiarazioni ai taccuini presenti, ma alla fine l’incombenza se la prende uno degli amici più stretti di Marcello, suo compagno d’avventura fin dalla scuola materna, Enrico Segala. «Marcello era originale in quello che faceva, forse era alternativo e per questo era sia amato che un po’ criticato ma aveva quel qualcosa di speciale che lo rendeva unico».

Anche lui come “Marci” e come molti degli altri partecipanti all’aperitivo è di Pontelagoscuro, dove «siamo tutti scioccati: conosciamo Eder, era parte di questo gruppo e tutti ci siamo sentiti traditi. Ha rovinato la famiglia di Marci, la sua famiglia, una comunità e un gruppo di amici. Non riusciamo a capire. Spero che dal processo Eder riesca a capire quello che ha fatto e che la giustizia faccia il suo corso».

(Una versione precedente di questo articolo riportava erroneamente il nome Guido Cenci anziché quello corretto di Mario Cenci. Ci scusiamo con gli interessati)

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