Cento
15 Giugno 2017
Le indagini avranno inizio lunedì 19 e si concluderanno venerdì 23 giugno

Al via la campagna diagnostica sulle opere del Guercino

di Redazione | 3 min

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Cento. Il Laboratorio Diagnostico per i Beni Culturali-Dipartimento di Beni Culturali-Università di Bologna, Campus di Ravenna, in collaborazione con il Centro Studi Internazionale Il Guercino annunciano l’inizio della campagna diagnostica alla Pinacoteca provvisoria di San Lorenzo a Cento.

La programmazione, coordinata da Chiara Matteucci, inizierà con l’installazione della strumentazione scientifica: le indagini poi avranno inizio lunedì 19 e si concluderanno venerdì 23 giugno 2017.

L’attività si inserisce nell’ambito del primo studio completo dell’opera del maestro centese Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino (1591-1666). L’obiettivo è quello di offrire la prima mappatura scientifica su tutte le opere del maestro, custodite in primo luogo a Centro, ma anche a Bologna, Genova, Rimini e altre. La ricerca è articolata in tre fasi.

La prima prevede l’avvio di una puntuale ricognizione scientifica, con la relativa revisione e rielaborazione di tutte le indagini diagnostiche che sono state condotte in passato sui dipinti sicuramente autografi del pittore.

La seconda, prettamente diagnostica, si attua attraverso un percorso metodologico, messo a punto dal Laboratorio Diagnostico e già applicato, inizialmente per lo studio del San Francesco che riceve le stimmate di proprietà dei Cappuccini di Piacenza, in occasione della mostra “Guercino tra sacro e profano”, e successivamente per un altro gruppo di tele anch’esse in esposizione a Palazzo Farnese fino allo scorso 4 giugno. Le indagini sono condotte da un’equipe di sei tecnici, con strumenti di ultima generazione, attraverso l’utilizzo di tecniche di indagine visuale in luce visibile, di imaging multispettrale, di analisi chimica puntuale non invasiva, microscopia e, nel caso di autorizzazione a micro-campionamenti, analisi in spettroscopia di sezioni stratigrafiche. Inoltre, grazie ad un accordo culturale tra il Dipartimento di Beni Culturali e la Lumiere Technology Optical Institute di Parigi, sarà possibile per alcune opere eseguire un’indagine con una particolare camera, progettata e realizzata e resa famosa per lo studio di grandi capolavori, come ad esempio la Gioconda, dall’ingegnere ottico Pascal Cotte. La camera consente di effettuare delle scansioni multispettrali ad elevatissima risoluzione e, successivamente, di ottenere, attraverso una particolare tecnica di elaborazione dei dati acquisiti, delle informazioni utili allo studio del dipinto in ogni suo strato, sfogliandolo e osservando la sua evoluzione, dalla prima stesura ai vari sviluppi dell’idea del pittore fino agli ultimi restauri.

La terza e ultima fase si basa sullo studio comparato tra i dati ottenuti dalle nuove ricerche e quelli ricavati dalla bibliografia tecnica già esistente per ricavare elementi fondamentali nella conoscenza e descrizione della tecnica esecutiva del pittore centese e la sua relativa evoluzione, al fine di fornire un punto fermo sia critico che tecnico. Le responsabili scientifiche del progetto, le professoresse Barbara Ghelfi e Mariangela Vandini, si augurano che il progetto, di durata biennale, possa estendersi ad opere conservate all’estero, mediante collaborazioni internazionali.

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