Economia e Lavoro
14 Giugno 2017
“Il nuovo contratto è indegno”, la rabbia dei lavoratori e delle lavoratrici davanti alla struttura di via Bellaria

Rinnovo contratto Oss, presidio davanti al Santa Chiara

di Redazione | 3 min

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“È una vergogna” tuonano i lavoratori all’ingresso della residenza Santa Chiara. Il presidio, organizzato da Fp Cgil e Fisascat Cisl, ha radunato in via Bellaria una trentina di lavoratori Oss (settore socio-sanitario-assistenziale educativo) della città per denunciare “il venir meno dei pilastri del diritto” dopo il rinnovo del contratto collettivo nazionale che Anaste (Associazione Nazionale Strutture Terza Età).

Il fatti risalgono al 12 aprile scorso, quando Anaste e quattro sigle sindacali (Ciu, Snalv Confsal, Confsal e Confelp) hanno firmato il rinnovo del contratto. La questione è di “diritti, perché le condizioni del contratto sono peggiorative, e di rappresentanza, perché lo Snalv è l’unico presente in provincia e conta 14 iscritti ma il rinnovo interesserà 400-500 lavoratori del ferrarese, 115 solo al Santa Chiara”, ci spiega Luca Greco (Fp Cgil).

“Hanno firmato dicendo che era troppo che non veniva aggiornato, ma è una scusa senza senso” fanno sapere le lavoratrici davanti al Santa Chiara. Rispetto al precedente contratto, datato 2009, la sottoscrizione comporta modifiche al ribasso: la riduzione a un terzo del periodo di comporto, che ora scende da 365 a 120 giorni in tre anni; il dimezzamento dei permessi di riduzione oraria (Rol), da 52 a 16; il taglio al diritto allo studio, da 150 a 50 ore di permessi; la scomparsa, per i nuovi assunti, della quattordicesima. E aumentano le ore di lavoro: “da 38 a 40 effettive, perché secondo necessità regionale il datore di lavoro può prevedere due ore aggiuntive che non saranno contate come straordinario ma pagate con una maggiorazione del 10%”, fa sapere Greco.

Le criticità – a cui si aggiunge l’obbligo di programmazione mensile dei permessi e un aumento economico di 39 euro lordi al 4° livello, “che sono circa 20 reali, contando i decurtamenti dei Rol” – rendono il contratto “semplicemente non degno”. La Cgil ha già mandato diffide alle strutture il 19 maggio e richiesto un accordo provinciale: “le sigle che hanno firmato il rinnovo non rappresentano i lavoratori, noi chiediamo di continuare ad applicare il contratto vecchio (quello scaduto nel 2009, ndr) e prevedere un periodo di tempo per il dialogo”. Si sono dette disposte al confronto Residenza Paradiso, Residenza Caterina, Fomes e Rivamare. Solo la residenza Santa Chiara non ha risposto all’appello: “aspetteremo fino al 16 maggio, poi scenderemo di nuovo in piazza perché il sindaco e la città tutta devono sapere cosa sta succedendo”.

I sindacati intanto avanzano già una ipotesi sulle reali intenzioni del Santa Chiara. Il presidio odierno era stato organizzato in concomitanza all’assemblea Snalv indetta e autorizzata in via Bellaria. La seconda assemblea annunciata – la prima era stata programmata per il 29 maggio – e poi disdetta in giornata: “un chiaro segnale che vogliono evitare il confronto”, ipotizzano le lavoratrici e i lavoratori.

Intanto Teresa Montemurro, componente della segreteria nazionale Snalv, attesa al Santa Chiara non si presenta e alcune lavoratrici riportano che l’assemblea è stata da ultimo spostata in altra sede. L’assemblea è però stata disdetta in giornata e rumros hanno comunicato un possibile spostamento. “Non vorrei che fosse una banale tattica per sfuggire al confronto diretto con noi” commenta Luca Benfenati, segretario generale Fisascat Cisl di Ferrara. “L’applicazione CCNL in oggetto – continua – è stata da subito diffidata da Fp-cgil, Fisascat-cisl, Uiltucs, Uil-fpl in quanto sottoscritta da associazioni sindacali non rappresentative del settore”.

Il presidio Cgil e Uil ha però autorizzazione solo in via Bellaria: “se credono che la Cgil faccia un solo passo indietro si sbagliano di grosso – riprende Greco – ogni volta che faranno un’assemblea noi saremo qui con un presidio, li incontreremo e gli chiederemo per quali ragioni hanno firmato”.

“Fp-Cgil e Fisascat-Cisl – conclude Benfenati – sono in procinto di richiedere un’assemblea pubblica alla presenza dello Snalv, delle strutture datoriali, delle istituzioni pubbliche locali e della Asl per discutere degli effetti deleteri dell’attuale contratto tanto sul personale quanto sugli utenti delle case di cura”.

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