Politica
9 Giugno 2017
Il dg della Holding: «Errore di comunicazione che ha generato fraintendimenti». E partono interrogazioni a Comune e Regione

‘Mazzette in ospedale’. La ‘strana’ smentita e i dubbi che rimangono

di Daniele Oppo | 3 min

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Paolo Paramucchi

Una seconda marcia indietro che lascia però aperti ancora tanti interrogativi quella effettuata con una nota ufficiale da Paolo Paramucchi – presidente della Holding Ferrara Servizi – in merito alla presenza, da lui stesso riferita, di soggetti all’interno dell’ospedale Sant’Anna di Cona che indirizzerebbero i parenti di persone decedute verso varie agenzie funebri, con addirittura quotazioni economiche per i morti ‘accaparrati’.

Partiamo dalla nota di Paramucchi: «Probabilmente vi è stato da parte mia un errore di comunicazione poiché non ho specificato adeguatamente che le mie considerazioni erano conseguenti a segnalazioni riportate ma assolutamente non verificate né tantomeno provate. Ciò può avere ingenerato in chi ascoltava una errata valutazione dei fatti. Me ne dispiaccio e mi scuso con quanti erano presenti alla riunione. La mia intenzione era manifestare una preoccupazione e non voleva certo essere una denuncia. Intendevo trasmettere la necessità di mantenere alta l’attenzione rispetto ad eventuali comportamenti illeciti da parte di terzi all’interno di strutture sanitarie in un settore tanto delicato come quello delle onoranze funebri. Alcuni esempi citati nell’articolo (“mazzette per accaparrarsi i funerali”) sono da riferirsi a situazioni già denunciate dalla stampa in altre parti del Paese».

Rimangono, come anticipato, alcune questioni, al di là dei possibili fraintendimenti. La prima: perché dare notizia in un’assemblea pubblica – la riunione della commissione consiliare di controllo sulle partecipate di mercoledì – dell’esistenza di un dossier di Asmef su tali segnalazioni (la cui esistenza non è smentita) per poi rimangiarsi tutto solo in un successivo colloquio telefonico con Estense.com? Il dossier c’è o non c’è?

La seconda: perché affermare di aver girato le segnalazioni all’amministrazione sanitaria (che afferma di non saperne nulla) e poi affermare che nella riunione si sono espresse solo preoccupazioni per comportamenti solo «eventuali»? Davvero il direttore della Holding che gestisce milioni di euro e aziende importanti per il tessuto amministrativo ed economico ferrarese può permettersi tali leggerezze in un contesto ufficiale, su un tema tanto delicato?

Leggerezze che generano comunque iniziative politiche alla ricerca di risposte ufficiali che diano qualche certezza in più. La prima è quella, già annunciata da questo giornale, del consigliere Alessandro Talmelli – presente alla riunione di mercoledì in Comune – che chiede al sindaco e alla giunta di sapere «se l’amministrazione comunale era stata informata dell’esistenza dei comportamenti descritti e se presso l’Amsef esiste la tracciabilità di segnalazioni dell’esistenza di tali comportamenti; se esistono denunce alle forze dell’ordine di episodi in cui si sono verificati comportamenti simili a quelli descritti […]; se l’azienda sanitaria locale è a conoscenza dell’esistenza dei comportamenti descritti […] e se sono state messe in atto procedure o azioni preventive perché tali fatti incresciosi non si ripetano più».

La seconda è di Alan Fabbri (Lega Nord) che si muove invece in ambito regionale e chiede alla giunta se «corrisponde al vero che all’interno dell’ospedale Sant’Anna di Cona di Ferrara è in atto un mercimonio per indirizzare i parenti di ricoverati in fin di vita verso alcune specifiche agenzie funebri». Azioni che, sottolinea il capogruppo della Lega nord, «oltre ad essere moralmente ributtanti, se confermate, configurerebbero un vero e proprio reato». Fabbri – che non specifica però a quale reato la situazione descritta potrebbe ascriversi – chiede quindi all’esecutivo regionale «quali iniziative intenda intraprendere, se confermate le segnalazioni di Amsef, per stroncare tale mercimonio condotto sulla pelle dei pazienti».

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