di Silvia Franzoni
L’approvazione della legge Cirinnà nel 2016 ha segnato un deciso passo avanti per il riconoscimento dei diritti di libertà ed uguaglianza delle persone Lgbti. I fenomeni di violenza e discriminazione nei confronti di gay, lesbiche, bisessuali e transessuali sono però un tema tristemente attuale.
Il recente pestaggio omofobo a Milano è solo l’ultimo di una lunga serie, e le notizie che giungono sui casi di tortura ordinati del governo ceceno ai danni degli omosessuali hanno fatto il giro del mondo: “segno questo che l’omofobia è un sentimento presente e strisciante, basta poco perché lo Stato di diritto si trasformi in uno Stato che non tutela i diritti”, evidenzia Manuela Macario, presidente dell’associazione Circomassimo Arcigay Arcilesbica Ferrara.
E se la parola omofobia è troppo circostanziata – “definisce una situazione clinica, ma non rende le tante sfumature di un complesso sentimento di ostilità”, interviene Cristina Zanella, presidente Arcilesbica Ferrara – allora si parli di omonegatività: “è un intero sistema culturale che ghettizza ed esclude – continua Zanella – ci si cresce immersi e gli esempi sono i più disparati: se vi chiedessi di immaginare un eterosessuale e un omosessuale? Esatto, sapreste immaginare il secondo solo per stereotipi”.
Contro l’omotransfobia è stata istituita dal 1990 una giornata internazionale, che ricorre il 17 maggio. E per l’occasione Ferrara si colorerà, letteralmente, di arcobaleno. Anche quest’anno le associazioni Lgbti di Ferrara (Circomassimo Arcigay e Arcilesbica, Famiglie Arcobaleno e Agedo) hanno organizzato momenti di riflessione e condivisione: ‘Rainbow dream come back’ è questo, una festa di strada per sensibilizzare la cittadinanza contro gli stereotipi di genere.
L’iniziativa – il programma è in continuo aggiornamento sulla pagina Facebook delle associazioni Lgbti ferraresi – andrà in scena proprio il 17 maggio in via Ripagrande, che sarà resa pedonabile dal civico 2 al civico 22. A partire dalle ore 17 la strada si animerà: area giochi da tavolo, calcio balilla, stand artistici e gastronomici, degustazione di vini, musica dal vivo e Dj set fino a mezzanotte, ma anche due importanti momenti di informazione e approfondimento.
Alle 11 si aprirà la mostra fotografica ‘E va bene così’ (17-24 maggio, inaugurazione e installazione presso la sala comunale dell’Albo Pretori) una iniziativa a cura del Gruppo Giovani Circomassimo che “vuole rispondere agli stereotipi sulla comunità Lgbti e individuare il sostrato culturale e il contesto antropologico in cui nascono”, spiegano Rossana Zanetti e Matilde Turchi (Gruppo Giovani Circomassimo). Alle 18.30, in via Ripagrande, si parlerà invece di violazione dei diritti umani con il giornalista Simone Alliva (The Huffington Post), autore dell’intervista a Elena Milashina, firma del giornale russo Novaya Gazeta che per primo ha denunciato le torture organizzate del governo ceceno.
La rete di associazioni e partner a sostegno dell’iniziativa è cresciuta negli anni e il Comune da sempre “sostiene convintamente, e cono orgoglio, la manifestazione – fa sapere l’assessore alle Pari Opportunità Annalisa Felletti – le istituzioni hanno la precisa responsabilità alla sensibilizzazione, siamo tutti cittadini del mondo e abbiamo gli stessi diritti”.
‘Rainbow dream come back’ renderà viva via Ripagrande, ma è la città tutta a partecipare alla festa in maniera diffusa: la statua di Ariosto, in piazza Ariostea, sarà colorata da luci arcobaleno, così la sede della Cgil in piazza Verdi – “il tema dell’omofobia è presente e radicato, e lottiamo da sempre contro ogni tipo di discriminazione”, evidenzia Francesca Battista (Cgil) – e arcobaleno saranno i nastri sullo scalone di piazza del Municipio.
Quest’anno parteciperà – ufficialmente – anche l’ateneo ferrarese. Unife è da tempo impegnata alla sensibilizzazione contro omo e transfobia ed è il terzo polo universitario in Italia a garantire, grazia alla Carriera Alias, una gestione ad hoc dell’identità degli studenti/esse in transizione di genere. “Finalmente appenderemo i banner del nostro progetto ‘Unife ci mette la faccia’”, evidenzia Silvia Borelli, “eravamo pronti a farlo già l’anno scorso ma alcuni franchi tiratori ce l’hanno impedito”. Quest’anno invece, sui palazzi delle sedi di facoltà di Economia e Giurisprudenza, faranno mostra di sé i volti di studenti, docenti e personale che dicono no all’omotransfobia.
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