Eventi e cultura
26 Aprile 2017
Nelle contraddizioni di un singolo uomo tutte le contraddizioni di una delle pagine più drammatiche della storia italiana

La vera storia di Uber Pulga, il camerata che morì da partigiano

di Redazione | 2 min

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Nelle contraddizioni di un singolo uomo tutte le contraddizioni di una delle pagine più drammatiche della storia italiana. Come può un camerata fervente sostenitore degli ideali del fascismo morire, a pochi mesi dalla fine della seconda guerra mondiale, da partigiano? Questa è l’esperienza di vita di Uber Pulga, un ragazzo ventenne che, come tanti suoi coetanei, in quegli anni drammatici di guerra e distruzione hanno vissuto in prima persona l’illusorietà degli ideali mussoliniani. Lunedì pomeriggio alla libreria Feltrinelli si è svolta la presentazione del romanzo che si è proposto di narrare tale singolare vicenda, dal titolo ‘Partigiano in camicia nera. La vera storia di Uber Pulga’, scritto dal giornalista e scrittore Alessandro Carlini che ha cercato, dopo essersi documentato attentamente, di tracciare la vicenda storica vissuta dal suo prozio sotto forma di romanzo.

Nato nel 1919 a Felonica in provincia di Mantova, Uber Pulga sposa fin da ragazzo gli ideali del fascismo e, appena scoppia la Guerra nel ’40, si arruola, viene addestrato al controspionaggio in Germania e, successivamente, inviato a Reggio Emilia come infiltrato in un gruppo di partigiani dimostra a tal punto il proprio valore da meritare una promozione sul campo dallo stesso Mussolini. Ma poi la brutale quotidianità in tempo di guerra e la vicinanza con il mondo partigiano mettono in crisi gli ideali fascisti di Pulga e da allora il giovane inizia a collaborare con i partigiani fino a diventare esso stesso un partigiano. Diventa si un partigiano ma senza mai smettere di portare la camicia nera e, in questo paradosso, trova la morte all’alba del 24 febbraio 1945 fucilato come traditore dai suoi stessi camerati.

“Un figlio del suo tempo”, così definisce il proprio avo l’autore Carlini. “La guerra civile che aveva luogo in Italia nel romanzo ho cercato di inserirla anche nell’animo combattuto del mio personaggio in bilico tra gli ideali giovanili e i moti della sua coscienza. Una persona Uber Pulga- racconta Alessandro Carlini- che non ha mai agito sotto bandiere ma solo secondo quello che la propria coscienza gli suggeriva di fare e di ogni sua azione si è assunto la responsabilità, fino al gesto eroico da partigiano che gli costò la vita a soli 25 anni lungo il muro del cimitero di Gaiano in provincia di Parma”.

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