Cento. Nel secondo appuntamento della rassegna Aperilibro, il professor Stefano Cariani, docente del liceo Cevolani, ha guidato studenti, docenti e pubblico alla scoperta della figura di Giuseppe Cevolani, latinista, studioso di grammatica italiana, insegnante di Lettere e preside dell’istituto nel 1936-37. A Cevolani il liceo è stato intitolato dal 1973.
E davvero la vita del latinista centese merita di essere conosciuta dai suoi concittadini e da tutti gli studenti che ogni giorno siedono sui banchi della scuola che lo ha visto studente, docente e preside. Della figura di Cevolani colpiscono specie alcuni aspetti: l’umiltà unita alla determinazione; la lucidissima acutezza di ragionamento; l’amore per la verità.
Quanto al primo punto, il professor Cariani ha sottolineato come Cevolani sia nato da un’umile famiglia centese: il padre, falegname, vedendo i buoni risultati scolastici del figlio, scrive una lettera al Patrimonio degli Studi per chiedere un aiuto affinché possa studiare. E così, dopo aver frequentato il ginnasio a Cento, Cevolani può frequentare il liceo Minghetti a Bologna. E’ dunque il classico esempio di chi “si fa da sé”, con l’impegno, la passione e la determinazione. E ci mostra anche, in un tempo in cui la scuola è vissuta con svogliatezza e disinteresse, come la scuola possa invece rappresentare un momento di miglioramento culturale, sociale, umano.
Subito dopo la laurea, Cevolani comincia ad insegnare e, insieme, inizia la sua opera di latinista e di acuto critico di studi grammaticali; in particolare in giovanissima età, fresco di laurea, invia critiche alle grammatiche più illustri e affermate e gli autori mostrano gratitudine per le sue fini osservazioni. Il professor Cariani ha condotto i presenti attraverso una serie di osservazioni tratte dagli scritti di Cevolani che, con stile brillante e penetrante ironia, smascherava errori e illogicità presenti nelle grammatiche dell’epoca.
Attraverso le parole di Cevolani, il relatore ha suggerito l’insegnamento più importante che il latinista ci ha lasciato: l’importanza di pensare, di interrogarsi con spirito critico, andando alla ricerca della verità, con umiltà, ma anche con il coraggio di chi non si vuole accontentare dell’apparenza.
E a ottant’anni dalla fondazione del liceo, che mosse i suoi primi passi nell’anno scolastico 1935-36, l’occasione è stata davvero feconda per permettere di ritornare alle radici, attraverso uno dei “padri” dell’istituto stesso. Ritornare a Cevolani, dunque: ritornare a pensare. E’ questo che Cevolani ha insegnato ai giovani e di questo ancora oggi possiamo e dobbiamo fare tesoro.
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