Eventi e cultura
6 Novembre 2016
Al Monastero del Corpus Domini il dialogo tra il biblista Piero Stefani e il frate islamologo Ignazio De Francesco

Amore, ira e misericordia nell’Islam

di Redazione | 4 min

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clarisse 1di Federica Pezzoli

Dalla guerra civile in Siria e in Afganistan, all’Isis in Medio Oriente, a Boko Haram nel continente Africano, nell’immaginario comune è difficile associare Islam e misericordia. Ci hanno provato il biblista Piero Stefani e il frate dossettiano Ignazio De Francesco, islamologo, nell’incontro “La misericordia nell’Islam: luci e ombre”, sabato pomeriggio al Monastero delle Clarisse del Corpus Domini.

Frate Ignazio ha accompagnato il pubblico in un percorso attraverso le fonti dell’Islam, dal Corano alle varie raccolte degli hadîth, i detti attribuiti a Maometto. Non senza una premessa però: la situazione attuale e la “bomba dell’Isis” che è esplosa in Medio Oriente “pone un problema identitario” all’interno del mondo musulmano, tanto da far affermare ad alcuni di loro che stiamo assistendo “a una deformazione del vero volto dell’Islam”.

Ci sono “più di cento ricorrenze del termine misericordia nel Corano”, ha spiegato De Francesco; la misericordia nell’Islam è l’attributo tipico di Dio, tanto che “il Misericordioso” è uno dei Suoi nomi, come è scritto nella Sura 17, e che ogni capitolo del Corano tranne uno si apre con “In nome di Allah, il Misericordioso”. E se il Dio dell’Islam è assolutamente libero e può ciò che vuole, tuttavia nella Sura 6 la misericordia viene definita come “un ordine che Dio impartisce a sé stesso”, mentre nel capitolo seguente si legge che “la misericordia abbraccia ogni cosa”, ha chiarito il frate.

Non solo, la misericordia deve essere presente anche nei rapporti umani, come per esempio quelli dei figli con i genitori e quelli fra i coniugi. “Ci sono tanti testi che creano una disparità – ha precisato De Francesco – ma nella Sura 30 è scritto “ha stabilito fra voi amore e misericordia””.

Infine il testo sacro dell’Islam prescrive la misericordia anche verso i cristiani: nella Sura 57 si legge, infatti, che “mettemmo nel cuore di coloro che lo seguirono dolcezza e misericordia”. Ecco perché “anche oggi i musulmani riconoscono che la carità è tipica di chi ha seguito Gesù”, ha affermato frate Ignazio.

Anche negli hadîth ci sono molti riferimenti alla misericordia come sentimento fondamentale. Per esempio quello in cui si narra che “prima della creazione del mondo Dio ha scritto “la mia misericordia è più grande della mia ira” e ha posto questa frase accanto al suo trono”, ha detto frate Ignazio. In questo corpus di scritti emerge anche come la misericordia debba essere riservata a tutto il Creato e non si possa fare del male alle altre creature, anzi ogni atto di carità e bontà, persino verso un animale, rende chi lo compie degno di grandi ricompense, fino al perdono dei peccati passati.

Fin qui le luci, poi però De Francesco non ha nascosto le ombre. La prima è proprio nella Sura 1, che apre il Corano e che è entrata nella liturgia dell’Islam: “In nome di Allah, il Misericordioso, il Benevolo./ La lode appartiene ad Allah, il Signore delle Creature dell’Universo,/ il Misericordioso, il Benevolo,/ il Padrone del Giorno del Giudizio./ Te solo adoriamo e a Te solo chiediamo aiuto./ Guidaci sulla retta via,/ la via di coloro ai quali hai concesso la grazia, non quella di coloro sui quali è l’ira {Tua} e nemmeno quella dei traviati”. “Perché si apre con la misericordia e si chiude con l’ira ed è stata collocata nella preghiera?”, si è chiesto il frate: “Così si fa appello al Dio misericordioso, ma allo stesso tempo al Dio dell’ira”.

E poi c’è la Sura 9, quella detta “della spada”, cui fanno spesso riferimento gli estremisti islamici. Stefani in apertura aveva affermato: “Il problema della misericordia è molto complesso perché non dobbiamo occuparci solo dei rapporti di Dio con le sue creature, ma anche dei rapporti fra le creature stesse”, “Dio può essere misericordioso, ma i musulmani non lo sono: questa è l’opinione comune”.

Alla fine dell’incontro, anche frate De Francesco sembra essere giunto alla stessa conclusione: “Il monoteismo islamico fa fatica a vedere l’amore come elemento distintivo del rapporto fra Dio e l’uomo e fra le creature stesse. Le cose che si fanno, si fanno per Dio”, per questo “non sembra di poter parlare di un Dio amorevole”. In fondo però nell’Islam “la misericordia è considerata ancora di più dell’amore perché rimette al suo posto la giustizia nel mondo”.

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