Comacchio
6 Ottobre 2016
Paragonato al killer della Uno Bianca. La procura militare ha indagato docidi militari per diffamazione pluriaggravata

Filmino in caserma, carabinieri vestiti da donna per denigrare l’ex comandante

di Redazione | 2 min

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carabinieri comacchio caserma nuovaComacchio. Un filmino di un’ora in cui i militari allora in servizio presso la caserma dei carabinieri di Comacchio si improvvisano attori per schernire l’ex comandante dell’Arma. Un lungometraggio riprodotto su dvd nel quale otto carabinieri inscenano una grottesca parodia dei protagonisti della Uno Bianca.

Nel filmato si vede la sagoma di Fabio Savi, in stile programma “Blu notte” di Carlo Lucarelli. Sul viso del cartone c’è però la faccia dell’ex comandante, paragonato così al capo della banda che a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 si rese responsabile di rapine, ricatti e omicidi, tra cui la strage del Pilastro del 1991. Coma nella trasmissione di RaiTre si sente la telefonata di Savi alla fidanzata Eva Mikula, che nella finzione rappresenta la moglie dell’ufficiale.

Il filmato poi venne trasmesso nel febbraio del 2011 durante una cena conviviale tra gli indagati, tenutasi in provincia di Rovigo. Negli spezzoni di riprese gli attori-carabinieri non risparmiano parole di fuoco contro l’ex comandante e altri tre colleghi, definiti come mafiosi e massoni e messi alla berlina per tutto l’arco del lungometraggio.

Tutti e otto i carabinieri, che per l’occasione si sono serviti di abiti civili e uniformi di ordinanza, non disdegnando nemmeno vestiti femminili – il est le spectacle – e utilizzando veicoli di ordinanza e gli spazi della caserma di Comacchio, sono indagati per diffamazione pluriaggravata in concorso dalla procura militare di Verona. Con loro il pm Massimo Di Camillo ha iscritto nel registro degli indagati anche quattro ufficiali e sottoufficiali che avrebbero assistito passivamente alla riproduzione del video senza intervenire, pur avendone l’obbligo giuridico.

Il dvd venne spedito da mano ignota all’ex comandante, che sporse denuncia facendo partire le indagini della procura militare.

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