Copparo
3 Settembre 2016
La questione ha portato ad un sit-in organizzato dai sindacati di categoria del territorio

Copparo difende il suo ufficio postale

di Redazione | 2 min

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unnamedCopparo. No all’ulteriore dismissione di Poste Italiane, questo il motivo che ha spinto  Cisl, Slp, Slc, Cgil e Uilposte ad effettuare il sit-in davanti all’ufficio postale di Copparo. Un modo per informare i cittadini sui gravi che derivano da questa azione che andrebbe a gravare su lavoratori e sulla popolazione.

Come spiegato dai sindacati di  categoria “la questione è molto delicata in quanto il Governo ha deciso di dare alla Cassa Depositi e Prestiti il 35% delle azioni e vuole vedere anche ciò che rimane e quindi il 29.7%. Questo porta ad una ambiguità in quanto Cdp andrebbe ad essere sia emittente di buoni fruttiferi e libretti che azionista. Inoltre una parte della Cassa depositi e prestiti è controllata dalle fondazioni bancarie e ciò potrebbe portare alla totale privatizzazione di Poste italiane. Poste italiane – sottolineano i sindacati -, non deve diventare una banca ma deve mantenere il suo assetto universale senza pensare solamente allo sviluppo di attività finanziarie”.

Poste italiane stando alla situazione attuale potrebbe dare grossi disagi ed inoltre “vista la situazione dei mercati finanziari -comunicano i sindacati-, le azioni sarebbero svendute e quindi non andrebbero ad influire sull’abbassamento del debito pubblico. Di questa vendita inoltre ne risentirebbero i piccoli uffici postali che rischiano di chiudere in quanto non sarebbero di interesse dei nuovi acquisitori”.

Una situazione delicata sulla quale è intervenuto anche l’assessore Enrico Bassi il quale ha rilevato come “il tema tocchi profondamente i cittadini in quanto Poste italiane è un’importante risorsa per loro. Il comune di Copparo si mette quindi a disposizione come interlocutore dei sindacati e sostiene che la situazione, che parte da molto lontano, va valutata anche in base alle esigenze dei territori. Tutto questo – conclude Bassi -, va a scapito dei piccoli uffici postali delle frazioni molto importanti per la popolazione”.

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