Economia e Lavoro
28 Maggio 2016
Bando della Camera di commercio per aiutare i giovani startupper

Coworking contro la crisi

di Redazione | 3 min

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camera commercio okUn bonus per ogni giovane startupper che sceglierà la formula del coworking per avviare la propria attività. In tempo di crisi anche la condivisione di spazi e idee può essere la formula giusta per dismettere l’abito del disoccupato e vestire quello dell’imprenditore, con poche spese e qualche occasione in più di brainstorming. Ne è convinta la Camera di commercio di Ferrara, che finanzia a fondo perduto la condivisione di spazi per avviare un’attività aziendale. Dividono i metri di un ufficio con le scrivanie fianco a fianco, spesso si confrontano, qualche volta condividono una o più idee, di certo l’entusiasmo e la voglia di “costruirsi” un lavoro. In Italia sono ormai diverse centinaia i giovani che hanno individuato nel coworking lo strumento per uscire dalla disoccupazione. Non sono dipendenti di un’azienda, la stessa, ma uomini e donne che hanno trovato nella condivisione la strada per ridimensionare i costi di un’attività professionale. E non solo, ognuno cioè insegue un sogno per proprio conto ma nello scambio indotto dalla vicinanza trovano la perseveranza e la forza per andare avanti.

Nato come un fenomeno marginale, oggi il coworking è sempre di più una solida realtà. E il piano varato dalla Giunta della Camera di commercio va proprio in tale direzione: supportare aspiranti imprenditori ferraresi interessati a sperimentare questa modalità nuova di condivisione di spazi e relazioni di lavoro (sul modello di quanto già avviene con successo in altre città europee) all’interno di spazi fisici comuni. Il Piano contiene due misure di intervento, l’una finalizzata alla costituzione di un elenco qualificato di soggetti fornitori di servizi di coworking nella provincia di Ferrara, la seconda (in via di definizione) all’erogazione di incentivi economici, a parziale copertura delle spese sostenute, a favore di giovani che intendano avviare attività di lavoro presso spazi di coworking facenti parte dell’elenco accreditato dall’Ente di Largo Castello.

Possono presentare richiesta di inserimento nell’elenco (due i fornitori già inseriti, entrambi accreditati dall’Ente di Largo Castello, entrambi a Ferrara: Beta Coworching in via Grillenzoni 11/11A e APS il Turco in via del Turco 39) i soggetti in possesso di particolari requisiti: dal possesso di un numero di postazioni lavorative destinate al coworking non inferiore a 5 all’avere un sistema informativo comune con connettività a banda larga e/o wi-fi; dall’offrire spazi e attrezzature comuni quali sale meeting/formazione, centralino, vigilanza, reception all’erogare servizi di supporto quali stampanti condivise, cucina, spazio ristoro. E se il futuro è il coworking, anche le grandi aziende ne vogliono far parte. Gli impiegati delle multinazionali non indossano più giacca e cravatta, ma passano ai jeans e sempre più occupano scrivanie negli spazi di coworking, per tradizione rifugio di freelancer, startup e creativi di vari settori, desiderosi di compagnia e di usare in comune una stessa fotocopiatrice.

“Dal crowdfunding al coworking, l’economia collaborativa in Italia cresce e prende forme coerenti alla nostra realtà socio-economica. In questo fermento, le città si possono rivelare “grandi asset di convergenza per attirare attenzione, talenti, investimenti internazionali”. Così Paolo Govoni, presidente della Camera di commercio di Ferrara, che ha aggiunto: “Una sfida che si può vincere solo attraverso il contributo di tutti gli interlocutori e la sperimentazione di soluzioni inedite”.

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