Politica
14 Maggio 2016
La querela da parte dell'allora esponente di Ppf risale alla passata legislatura

Assolto l’ex consigliere Pd Portaluppi, non diffamò Storari

di Redazione | 3 min

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Francesco Portaluppi

Francesco Portaluppi

Francesco Portaluppi è stato assolto dal tribunale di Ferrara dall’accusa di diffamazione. La contesa giudiziaria era sorta tra la fine del 2011 e l’inizio del 2012 quando, nel corso della passata legislatura, Portaluppi, allora consigliere comunale del Partito Democratico, presentò una interpellanza relativa all’attività di Angelo Storari, dipendente comunale, all’epoca assegnato alla segreteria del gruppo consigliare della lista civica Progetto per Ferrara (PpF) della quale era allo stesso tempo un dirigente politico di primo piano, portavoce e, per un certo periodo, anche candidato alle elezioni regionali.

La presunta offesa, contenuta all’interno di un’interpellanza presentata da Portaluppi al sindaco Tiziano Tagliani, così recitava: “Storari poteva dedicare tutta la propria attività retribuita con soldi pubblici solo agli interessi di un’associazione privata che aveva fondato, che dirigeva di persona, che utilizzava per sollecitare consenso elettorale anche personale”.

Per quella frase Storari querelò per diffamazione Portaluppi, difeso dall’avvocato Valentina Bordonaro, e si costituì parte civile.

Nel corso del dibattimento è emerso come “l’attività svolta dallo Storari sia come politico sia come dipendente statale fosse fatto noto”. Tale affermazione è confermata anche alla luce del fatto che diverse attività politiche della lista civica PpF (all’epoca aderente al Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo), comprese le campagne associative, venivano svolte invitando i cittadini a recarsi presso un ufficio del Comune ove Storari lavorava come segretario.

E’ stato anche accertato come lo stesso Storari avesse rivendicato sulla stampa locale (come d’altra parte ha poi ribadito in udienza durante il processo) il proprio diritto/dovere di svolgere attività politica per la sua lista civica “anche quando ero alle dipendenze del Comune perché era il mio lavoro”, essendo egli stato trasferito, appunto, alla segreteria del gruppo consiliare di PpF. Conseguentemente, il giudice Filipponi, ha riconosciuto che “Storari potesse essere oggetto di critica per l’esercizio della sua azione amministrativa, stante la sua nota funzione pubblica”.

Il giudice ha poi riconosciuto che l’interpellanza di Portaluppi “era rivolta al Sindaco proprio perché ci fosse chiarezza sulla situazione di ipotizzato conflitto di interessi tra lo Storari dipendente pubblico e lo Storari uomo politico che operava attivamente per il gruppo di appartenenza”. Infatti il consigliere dem aveva presentato quell’interpellanza in quanto riteneva che la decisione di trasferire Storari dal Servizio di Pianificazione Territoriale del Comune alla segreteria del gruppo consiliare di PpF fosse inopportuna nonchè fonte di possibili conflitti di interesse. Quindi la frase incriminata, non poteva essere disgiunta dal più ampio contesto di tutta quell’interpellanza, che invece “si fondava su premessa – ha rilevato il giudice -, su aspetti tecnici ed oggettivi, con nomi e numeri”.

La sentenza, in definitiva, ha stabilito come nell’espressione utilizzata da Portaluppi all’interno dell’interpellanza “non sia ravvisabile alcuna umiliazione o pubblica offesa” a Storari e pertanto Portaluppi Francesco è stato assolto “perché il fatto non sussiste”.

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