Ci sarebbe un interesse più che forte di Banca Popolare dell’Emilia Romagna su Carife, confermato dopo la prima manifestazione di interesse presentata a gennaio, con la nascita del nuovo istituto dopo il decreto salva banche.
A riportarlo è il quotidiano finanziario Milano-Finanza, secondo il quale la Bper avrebbe ricevuto nei giorni scorsi l’information memorandum che serve si per analizzare la situazione della banca ed eventualmente presentare un’offerta preliminare e sia per la fase di due diligence. Un interesse che potrebbe trovare una prima formale concretizzazione durante il prossimo cda di giovedì.
Il gruppo modenese sarebbe interessato alla dote di 130 filiali sparse tra Emilia Romagna, Veneto e la capitale di Carife, ma – sempre secondo quanto risulta a MF – potrebbe allargare i propri orizzonti puntando anche su Banca Marche, in modo da costruire una continuità territoriale più solida.
Sul fronte dei risparmiatori è invece atteso per oggi – mercoledì 27 aprile – l’approdo in Consiglio dei ministri del decreto legge sulle banche che dovrebbe chiarire le modalità di rimborso per gli obbligazionisti subordinati ‘bruciati’ con la risoluzione della quattro banche in risoluzione lo scorso 22 novembre. Secondo Il Sole 24 Ore l’unica certezza al momento è uno spartiacque temporale per stabilire chi abbia diritto all’indennizzo automatico o debba passare per l’arbitrato gestito dall’Anac. La data sarebbe quella del 1° agosto 2013, ossia quella di introduzione da parte dell’Ue del principio del burden sharing. Chi ha comprato i bond prima, dovrebbe essere indennizzato automaticamente – ma con una cifra basata sul reddito e sull’investimento fatto -, chi invece ha acquistato dopo dovrà passare per l’arbitrato.
Questa procedura a “doppio binario” servirebbe all’Italia per non incappare nuovamente in un blocco per “aiuti di Stato”, allargando al contempo i bondisti soggetti a rimborso dato che la maggioranza delle subordinate cancellate sono state emesse tra 2005 e 2012.
Nulla si sa ancora riguardo le somme spettanti, ma rimarrà fermo il privilegio per gli investitori più deboli.
Dovrebbe allargarsi anche il fondo previsto a copertura, utilizzando come fonte le eventuali plusvalenze generate dalla vendita della quattro good bank.
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