L’Ariosto di oggi è un trentacinquenne ferrarese che cerca di campare di musica e poesia. Il suo nome è Matteo Pedrini ed è il protagonista assoluto del progetto “Per conto di Ariosto”, sviluppato dall’Istituto di Storia Contemporanea in collaborazione con il Comune di Ferrara per attualizzare i contenuti dell’Orlando Furioso, a 500 anni dalla prima edizione.
L’inedita iniziativa, patrocinata dal Comitato nazionale per il V centenario dell’editio princeps del capolavoro ariostesco, cerca di rendere più fruibile un testo immortale che risulta spesso ostico al grande pubblico, specie se giovane. E chi meglio di un giovane cantastorie estense può vestire i panni di un poeta vissuto alla Corte Estense? Sono passati cinque secoli, ma l’attualità del poema cavalleresco è disarmante. Non rimane allora che difendere a spada tratta questa figura e la potenza delle parole, dal 1500 ai giorni nostri.
“Rinnovare un classico bestseller e avvicinare le giovani generazioni a un tomo che viene visto con terrore è un lavoro complesso che ho accettato con responsabilità ed entusiasmo” annuncia Pedrini che assicura di essere stato scelto come Ariosto contemporaneo per tre motivi: “Barba, capelli e perché sono un creativo frustrato che tenta di campare di ciò che produce la propria mente malata ma non trova riscontri quando ci sono da fare i conti a fine mese. Mi sono immedesimato molto facilmente”.
Se l’interpretazione dello scrittore falsamente trascurato e squattrinato calza a pennello, è stata comunque scalfita da alcune critiche, anche da parte dei nostri commentatori. “Sono stato attaccato personalmente e accusato di non essere all’altezza di incarnare un mostro sacro come Ariosto – si difende Pedrini – ma io non voglio erigermi a novello Ariosto, sto solo tentando di fare quello che ha fatto lui a suo tempo. Non è vilipendio, è un’umile interpretazione”.
Chiusa la polemica, si apre un mondo di possibilità per questo progetto di comunicazione organizzato con passione dai giovani giornalisti Matteo Bianchi e Irene Lodi, partendo dall’idea della direttrice dell’Istituto di Storia Contemporanea, Anna Maria Quarzi, di “giocare sulla figura di un Ariosto giovane e contemporaneo che cerca di pubblicare il suo libro nel 2016”. “Una lunga analogia proiettata nel tempo e dettata dalla somiglianza fisica e dal trascorso personale dei due autori, due personaggi che hanno provato le stesse difficoltà di emergere in questo mestiere” spiegano gli organizzatori che hanno affidato a Silvia Franzoni l’incarico di rendere graficamente la somiglianza tra Pedrini e l’Ariosto ritratto da Tiziano nel 1515, un anno prima della prima pubblicazione del Furioso.
L’obiettivo, oltre a quello di attualizzare la figura del poeta cortigiano e di abbattere certi pregiudizi partendo dalle parole di Ariosto (dalla parità dei sessi alla paura del diverso), è quello di “costruire un rapporto più solido tra la città e il suo poema d’eccellenza” come auspicato dal vicesindaco Massimo Maisto, il quale vede l’iniziativa come “perfetto corollario per la mostra di settembre a palazzo dei Diamanti” e come “ottima occasione per riprendere la popolarità di questo romanzo quasi di fantascienza”.
Il progetto, dopo l’anteprima alla Pasqua del Puedes e la pubblicazione di un book trailer, continua la sua attualizzazione delle ‘ottave d’oro’ in altri tre appuntamenti. Sabato 30 aprile, alle 11, Pedrini-Ariosto sarà “Libraio per un giorno” per dare consigli di lettura al pubblico della libreria Ibs. In biblioteca Ariostea, invece, Ariosto in persona risponderà alle domande dei contemporanei insieme al poeta Vito Bonito, il 4 maggio alle 17.30. Ultimo appuntamento il 19 maggio, alle 20.30 alla trattoria Le Nuvole, per una cena con l’autore e letture sulle luna. Una luna su cui si è lasciato il senno e, ora, anche il segno di un’eredità in carne e ossa.
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