Politica
1 Aprile 2016
Presentato il volume scritto a quattro mani per un nuovo soggetto politico: “la Sinistra ha perso, deve rinascere”

Il manifesto per una ‘Sinistra gentile’

di Redazione | 3 min

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Il ‘Manifesto per la Sinistra e l’Umanesimo sociale’ è insieme un libro politico, teorico e pratico: le quattro mani di Paolo Ercolani e Simone Oggionni l’hanno scritto per “la nascita di nuovo soggetto politico della Sinistra”. Una Sinistra “gentile e in grado di sorridere” ma anche pienamente consapevole della sua sconfitta.

Parte da qui, dal grido di Oggionni “la Sinistra ha peso negli ultimi trent’anni”, la presentazione del suo libro, ieri pomeriggio in sala dell’Arengo. Le pagine dense del Manifesto, come lo chiamano affettuosamente i relatori, passano prima per le bocche del vicesindaco Massimo Maisto, del segretario provinciale Cgil Raffaele Atti e del consigliere comunale indipendente Sel Leonardo Fiorentini; relatori che ne condividono, in diverse misure, le istanze neo-riformiste dei dieci punti programmatici, ne lodano gli intenti perché “una trasformazione europea del centrosinistra è l’unica risposta possibile – ammonisce Maisto – alla crisi” e ne evidenziano “l’impianto marxista, quello del vecchio PC – interviene Atti – quello della buona sinistra”.

Il discorso giunge presto all’intangibile, alla centralità dell’uomo nell’età della tecnica, al compito morale della sinistra di lasciare un mondo migliore di quello trovato, all’occasione storica persa delle sinistre al governo; ma il percorso delineato da Ercolani e Oggionni non si ancora all’idealismo o ad un sentimento nostalgico. Si spinge invece, lo evidenzia Oggionni, verso una rinascita dalle ceneri e anzi propone una Sinistra come Enea, “che abbia dunque il coraggio di guardare in faccia alla civiltà che è finita e con Anchise e Ascanio, con le radici e con le ali, scriva una storia nuova”. Senza illusioni e senza allusioni. Partendo “dalla realtà, che è nelle piazze”.

Il cambiamento avanzato è radicale: “un progetto nuovo di Sinistra non può avere le stesse facce che ne hanno diretto la sconfitta negli ultimi anni, servono nuovi gruppi dirigenti – puntualizza l’autore – bisogna cambiare forme e rompere liturgie per una organizzazione vera”. Un cambiamento non limitato all’Italia, però, perché il Manifesto tende alla costruzione di un partito che sia europeo – “per un’Europa che sia un sogno, non un incubo” – e non limitato al raggiungimento di percentuali di rappresentanza, perché si vuole invece “proporsi al Paese per governarlo, e Sinistra Italiana potrebbe funzionare se parte dalle masse protagoniste”: si cerca insomma di prendere atto che la sconfitta di cui si parla “è stata tanto di quella Sinistra che ha introiettato idee di altri perdendo il proprio autonomo punto di vista sul mondo – continua – quanto di quella Sinistra radicale che ha preferito la sola testimonianza, ma la politica è inutile se non cambia la vita delle persone”. Una necessità sentita come impellente, quella di una nuova Sinistra, perché altrimenti “le scelte sono i populismi: quello di Renzi, quello dei pentastellati, o quello fascista di Salvini”.

Il lavoro e l’umanesimo sociale: da qui partire. Il lavoro, per “ri-aggruppare quello che il liberalismo ha diviso, quelle forze che in forme diverse vivono del loro lavoro, con un occhio alla piccola impresa e al mondo delle cooperative”; l’umanesimo sociale perchè “nell’epoca delle passioni tristi non siamo più in grado di socializzare quella sofferenza prodotta dal sistema – conclude Oggionni – ma alla radice dell’essere umano c’è l’essere umano”.

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