Nega tutto e, anzi, fornisce una realtà molto diversa rispetto a quella dipinta dalla moglie nella denuncia e dalla procura nell’accusa.
Nella mattina di mercoledì è proseguito il processo nei confronti di un uomo originario del Libano, ex studente di Economia, accusato dalla ex moglie – anche lei libanese, costituitasi parte civile tramite l’avvocato Rossella Mariuz – di violenza sessuale e maltrattamenti perdurati per 4 anni, fino al 2013.
L’uomo – difeso dall’avvocato Giampaolo Remondi – sentito per dichiarazioni spontanee, ha negato tutto davanti al tribunale collegiale (presieduto dal giudice Luca Marini), a partire dal fatto che volesse convincerla a staccarsi dalla propria famiglia, esibendo alcune carte che dimostrerebbero anche aiuti economici alla stessa, così come il fatto che cercasse di opprimerne la vita sociale: a dimostrazione vi sarebbero pagamenti per viaggi all’estero solo per lei, o fatture di Facebook per la promozione di alcune attività, ma anche la decisione, presa di comune accordo, di interrompere gli studi e lavorare per permettere alla donna di proseguire con gli esami.
Negati anche gli episodi violenti, così come i rapporti sessuali a cui la donna – anche lei studentessa universitaria, è così che si sono conosciuti – sarebbe stata costretta.
Prima di lui è stata sentita una testimone chiamata dal pm Ombretta Volta, un’amica della donna che l’avrebbe ospitata per una notte dopo che sarebbe fuggita di casa dopo l’ennesimo litigio.
La prossima udienza si terrà a giugno e verranno sentiti altri due testimoni: uno della parte civile e uno della difesa. Poi dovrebbe iniziare la fase di discussione.
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