I compiti per le vacanze di natale, per una volta, sono assegnati ai genitori. Ma, tutto sommato, sono facili e gradevoli: trascorrere del tempo con i propri figli e fargli vivere qualche esperienza significativa.
Autrice dell’iniziativa è la maestra Margherita Aurora che già lo scorso aprile, per le vacanze di pasqua, aveva assegnato dei ‘non-compiti’ ai propri studenti (si era pure generato un piccolo caso nazionale sulla paternità dell’iniziativa). Questa volta però i destinatari non sono più gli alunni, bensì i loro genitori.
La lettera. “Come sapete durante l’anno è mia abitudine assegnare, nelle giornate di non rientro, qualche piccolo esercizio o lettura – scrive la maestra ai genitori -. Questi sono compiti per significativi, che vanno a fissare un concetto spiegato in calasse e che i vostri figli possono svolgere in piena autonomia. Ora, in prossimità delle feste natalizie, vi scrivo questa lettera per farvi partecipi dei ragionamenti che mi hanno portato alla decisione di non assegnare compiti per le vacanze”.
“Prima di tutto – spiega la maestra Aurora – per una questione di giustizia: le vacanze son vacanze e i compiti, specie se eccessivi, le rovinano irrimediabilmente; inoltre i nostri giorni ‘non rossi’ sul calendario sono davvero pochini, per cui meglio riposare un po’ che non stressarsi inutilmente. I ragazzi hanno lavorato fino ad ora con passione ed impegno e colgo l’occasione per ringraziarvi di averli seguiti quando era necessario. In secondo luogo – prosegue l’insegnante – credo che l’apprendimento dei contenuti sia un processo che devo avvenire tra le mura scolastiche. Solo in questo contesto, così specificamente dedicato a determinate attività, è infatti possibile condividere con i compagni e gli insegnanti i percorsi mentali, i dubbi, i successi e gli interrogativi che sono i tasselli tipici di un processo in cui i ragazzi sono protagonisti. Non considero i vostri figli dei vasi vuoti, da riempire, ma dei costruttori attivi delle proprie coscienze. Viene da sé che un lavoro solitario, svolto magari controvoglia, non abbia alcuna validità educativa, almeno per me”.
“Vi è poi un altro tipo di apprendimento – spiega la maestra, che arriva così al ‘compitino’ assegnato ai genitori -, quello che si ha quando si vivono esperienze significative: ecco, spero che in questi giorni potrete trascorrere del tempo di valore insieme ai vostri figli e far vivere loro qualche bella esperienza, ricordando che, da adulti, magari dimenticheranno il super giocattolo, ma ricorderanno di averlo scartato accanto a voi. Fate un regalo a voi stessi e ai bambini, dedicate loro un po’ di ascolto in più, un po’ di pazienza in più, un po’ di tempo di più”.
Non mancano due post scriptum, il primo: “Se i ragazzi vorranno scrivere, disegnare, raccogliere materiali da portare a scuola così come fatto in precedenza, saranno naturalmente ben accetti e spunti di riflessione al rientro”, e “non fate mancare, tra i regali, qualche libro”.

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