Sport
13 Dicembre 2015
L'atleta non riesce a riconquistare la vetta del mondo. Duran sui social: "Grazie di tutto ragazzina"

Boxe: Simona Galassi si ferma alla nona

di Redazione | 4 min

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index13 Dicembre. Città del Messico. “Ha lottato, ha dato quello che aveva. Ma è stata una Simona sottotono. Ha perso per ferita alla nona. Grazie per tutto meravigliosa ragazzina”. Arrivano queste poche e asciutte parole dall’altra parte del mondo, tramite il profilo Facebook di un insolitamente laconico Alessandro Duran, a conclusione del match di questa notte (23.30 circa a Città del Messico) della sua Simona Galassi contro Yessica Kika Chavez, detentrice del titolo del Mondo WBC dei Pesi Mosca.

L’atleta romagnola, allieva di Alessandro Duran, non ce l’ha fatta a risalire sulla vetta del mondo. Non è riuscita a Simona l’impresa impossibile di arrivare in Messico a pochi giorni dall’incontro, abituarsi ai 2500 metri di altitudine, combattere e annullare la forza della 27enne campionessa mondiale, in casa sua e con giuria e giudice messicani. In tre contro il mondo: Simona Galassi, Alessandro Duran e Stefano Maccatrozzo, il medico della boxeur; partiti lunedì alla volta di un’impresa ardua, per tentare di coronare quel sogno speciale della Galassi… la sua ultima cintura, prima di appendere i guantoni al chiodo.
Un’impresa che già sulla carta era proibitiva, ma si sa che chi ha la forza di sognare può talvolta riuscire, si sa che spesso lo sport può essere teatro di sorprese… ma si sa anche che talvolta i sogni non si avverano e spesso la vita presenta il conto, a volte salato.
Ed è così che da lontano si recuperano queste poche notizie, lottando contro lo streaming che fa i capricci, il fuso orario che segna 7 ore in meno, le comunicazioni che devono passare un oceano, ma alla fine è tutto chiaro: Simona Galassi non ha riconquistato il suo mondiale. È partita con il piede giusto la Regina di Romagna sul ring di Città del Messico, riuscendo ad anticipare e contenere la Kika, impedendole di “venire avanti”, impedendole di provocare danni con la testa. “Dovrò usare il montante per prevenire le testate”, aveva dichiarato Simona prima della partenza, analizzando i precedenti combattimenti della sua avversaria.

Ed è stata proprio una di quelle testate ad essere decisiva alla nona ripresa. Già dal quarto round la Galassi aveva cominciato ad accusare l’aggressività della messicana, ma è stata alla nona ripresa la testata del ko. Uno scontro al limite della regolarità della Chavez, che ha colpito di testa il sopracciglio destro della Galassi, dove già Simona aveva subito ferite… match fermo: sconfitta per arresto del combattimento, braccia alzate della Kika, ancora campionessa del Mondo.

Simona Galassi non scrive nulla sui suoi profili social, non arrivano notizie dalla boxeur, a Città del Messico è notte, impossibile reperirla telefonicamente, l’unico a rilasciare quelle poche stringate dichiarazioni sul web è Duran… Poi qualche ora dopo, quando in Centro America sono circa le 4 di notte, Alessandro scrive di nuovo.

Questa volta non sono poche parole, ma un pensiero toccante per Simona, un ringraziamento alla romagnola, sentito, vero, da pugile a pugile, da maestro ad allieva: “Grazie Simona per tutto quello che hai fatto e dato. Grazie per la serietà, la passione e l’amore che hai messo in questo sport. Grazie perché mi hai dato fiducia sempre. Grazie perché sei l’atleta che tutti gli allenatori vorrebbero avere. Tu mi hai portato indietro nel tempo. In te mi sono rivisto pugile . La tua serietà, la tua tenacia, la tua voglia di essere sempre la numero uno sono da prendere ad esempio. Grazie Simona che nel momento più delicato della tua carriera ti sei affidata a me. Abbiamo trascorso 3 anni meravigliosi, ottenendo vittorie importanti e subendo sconfitte ingiuste. Stasera abbiamo perso chiaramente. Stasera il peso degli anni, della fatica ha presentato il conto. Sconfitta ma non umiliata. Nessun rammarico cara Simona. Oggi hai dato tutto quello che potevi. E quello che avevi erano orgoglio e coraggio. La Chavez non è certo un fulmine di guerra. Se sul ring ci fosse stata la Simona di Manerba sarebbe stata una passeggiata. Ma purtroppo so benissimo che l’anagrafe presenta il conto tutto in una sera. Cara Simona ho creduto fino all’ultimo che potessi capovolgere l’incontro e quello che avevo dentro ho cercato di trasmettertelo. Non ci sono riuscito e abbiamo perso insieme. Simona puoi girare a testa alta perché rimani una grande. Io e tutti quelli che amano il pugilato possiamo dirti solo grazie. Ti voglio bene ragazzina. Grazie di tutto”.

Che sia ora di appendere i guantoni al chiodo? Simona dovrà rifletterci, lo farà al suo ritorno, quando si sarà calmato il fuoco della battaglia e della sconfitta, ma certo è che, dati i suoi trascorsi, Simona rimane un’icona del pugilato femminile e dello sport del nostro tricolore: un orgoglio per la boxe italiana… e anche per il suo maestro, parola di Alessandro Duran.

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