Cronaca
28 Novembre 2015
Gianpietro Scardovi si è visto 'bruciare' circa 60mila euro tra azioni e obbligazioni. E lancia un appello ai risparmiatori "traditi"

Carife, grido di dolore di un risparmiatore: “Ho perso tutto”

di Mauro Alvoni | 3 min

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Gianpietro Scardovi (foto di Alessandro Castaldi)

La fiducia e la fedeltà alla Cassa di Risparmio di Ferrara ripagate con i risparmi di una vita in fumo. E ora Gianpietro Scardovi, 64enne ferrarese in pensione da 5 anni dopo aver lavorato come bidello (oggi chiamati collaboratori scolastici) al liceo scientifico Roiti, ha come unica speranza quella di riuscire a riuscire a recuperare almeno una minima parte di quei soldi che aveva investito in azioni e obbligazioni subordinate facendo appello ai tanti risparmiatori che si trovano nella medesima situazione, dopo le recenti vicende che hanno visto la banca dapprima commissariata quindi oggetto di un’operazione di salvataggio da 3,6 miliardi di euro varata da governo e Bankitalia (comprendente oltre a Carife anche Banca Marche, Popolare dell’Etruria e Carichieti) che ha penalizzato proprio i piccoli investitori.

Gianpietro Scardovi non è del tutto rassegnato. Sa di aver perso per sempre buona parte di circa 50-60mila euro che aveva investito tra azioni e obbligazioni, ma pensa che mettendo insieme la delusione di tanti risparmiatori si possa intraprendere un’azione risarcitoria (già annunciata peraltro da diverse associazioni per la difesa dei consumatori come Codacons e Confconsumatori) “per riuscire a recuperare almeno qualcosa”. E racconta a Estense.com tutta la sua delusione nei confronti di un istituto di credito al quale si era affidato per anni.

Quali informazioni ha ricevuto in questi giorni dalla banca?

“Ho sentito proprio ieri agli sportelli e mi hanno detto che, in parole povere, tutto quello che avevo è stato azzerato. Avevo circa 2.600 azioni, acquistate nel corso del tempo, per un valore complessivo che si aggirava tra i 30 e i 40mila euro. Su queste non ho alcuna speranza di recuperare nulla. Nel 2006 ho sottoscritto anche delle obbligazioni subordinate: una di 12.400 euro scade a dicembre 2016, l’altra di poco più di 6mila euro scade invece nel dicembre del 2017. L’unica flebile speranza che mi hanno fornito alla Carife è quella di attendere che eventualmente il decreto venga dichiarato incostituzionale (il capogruppo leghista in Regione Alan Fabbri ha chiesto a Bonaccini di sollevare la questione di costituzionalità contro il decreto ‘Salva Banche”, ndr)”.

Da quanto tempo è cliente Carife?

“Da una vita, saranno 40-45 anni. Non solo io ma tutta la famiglia. Mia moglie, fortunatamente, non ha investito in titoli, ma ha solo aperto un conto e con quello non ci sono problemi. Prima di me è stato cliente anche mio padre, che aveva un’attività. Fra l’altro io sono stato uno dei primi risparmiatori ad acquistare alcune azioni già nel 1993, poi nel tempo ne acquistai altre. Io e mia moglie avevamo  tutto lì, in Carife, ci fidavamo, ci eravamo affezionati, mai avremmo pensato a un simile destino”.

Quando ha capito che i suoi risparmi stavano prendendo una brutta piega?

“Già tre o quattro anni fa avevo chiesto di vendere le azioni, perché stavano scendendo, ma mi avevano risposto che non si poteva più, convincendomi anche che era meglio tenerle ferme perché avrebbero potuto risalire. Anche le obbligazioni subordinate erano state bloccate”.

Lei sapeva, lo avevano informato che si trattava di capitale di rischio?

“Per quanto riguarda le azioni sì, sapevo, anche se, ripeto, all’epoca nessuno avrebbe potuto immaginare la situazione che si è invece verificata oggi. Sulle obbligazioni subordinate però no, nessuno mi aveva avvertito dei rischi, né, sono sincero, sono andato a leggermi tutte le clausole. Comunque sia mi sento tradito da una banca che consideravo la mia banca, quella a cui sono sempre stato fedele, alla quale ho affidato tutti i miei risparmi”.

Per lasciare acceso un barlume di speranza lei lancia un appello…

“Sì, chiedo a tutti i risparmiatori che si trovano nella mia situazione, anche quelli delle altre banche “salvate”, di mettersi insieme, di unirsi per cercare di avviare tutte le azioni possibili, nel tentativo di recuperare anche solo una minima parte del capitale”.

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