“Ci auguriamo che, dopo 25 anni, non si possano determinare ulteriori ritardi a questo progetto. Vogliamo testimoniare e rendere conto ai cittadini del lavoro svolto con impegno e determinazione da parte di tutti i soggetti coinvolti, che hanno avuto come unico obiettivo quello di poter consegnare alla comunità un ospedale accogliente e pienamente fruibile da tutti”. L’attesa è durata fin troppo, come testimoniato dal recente ‘blitz’ del Mago Casanova per Striscia La Notizia all’ospedale di Cona. Parliamo dell’eliminazione delle barriere architettoniche nel nosocomio ferrarese, da tempo invocate dalle associazioni che fanno capo al mondo della disabilità e dell’integrazione. Un progetto a lungo rimandato dai vertici dell’azienda ospedaliera e la cui urgenza viene nuovamente sottolineata dai rappresentanti di enti e associazioni: da Carlos Dana del Comitato Ferrarese Area Disabili a Fausto Bertoncelli dell’ufficio benessere ambientale del Comune di Ferrara, passando per Maurizio Camattari (presidente del Comitato Consuntivo Misto del Sant’Anna) e Silvana Messina, presidente del Forum Provinciale Politiche Persone Disabili dal 2011 al 2014.
Da lungo tempo infatti le associazioni di volontariato hanno pazientato di fronte alle barriere architettoniche presenti nel vecchio Arcispedale Sant’Anna di corso Giovecca. “Ma ogni richiesta – affermano gli attivisti – veniva rimandata all’apertura di Cona. È noto a tutti il tempo intercorso fra la posa della prima pietra e l’inaugurazione del nosocomio che doveva consentire, a tutti, la possibilità di usufruire in modo autonomo, dignitoso e rispettoso delle diversità, dell’Ospedale cittadino. Abbiamo seguito con attenzione, trepidazione e speranza, tutte le notizie che su questo tema si susseguivano negli anni. Nonostante le nostre richieste, per questioni di sicurezza, le persone disabili non potevano accedere al cantiere, neppure a lavori quasi ultimati”.
Il risultato di questo modo di procedere, secondo le associazioni, è che tuttora permangono numerose barriere architettoniche nell’area dell’ospedale, nonostante il susseguirsi di segnalazione intercorse negli anni e relative prese di posizione da parte delle istituzioni. A partire dal 5 novembre 2011, quando in un verbale della CTA (Commissione Tecnica Accessibilità) del Comune di Ferrara, furono indicate alcune criticità presenti all’esterno ed all’interno della struttura, che riguardavano le pendenze dei percorsi d’accesso, l’orientamento e la segnaletica, i servizi igienici e gli ambulatori. Un anno dopo, in seguito a una visita sul posto effettuata dalle associazioni del CCM con l’allora dg dell’ospedale Gabriele Rinaldi, fu inviata alla direzione generale una relazione che conteneva sostanzialmente le stesse criticità segnalate in precedenza dalla Cta, alla quale la direzione rispose che l’Ospedale era stato costruito nel rispetto della normativa, “e rinviava – continuano gli attivisti – eventuali interventi degli adeguamenti da noi richiesti ad un periodo successivo alla consegna dell’opera, da effettuarsi da parte della ditta costruttrice, successivamente ai collaudi, alle verifiche tecniche ed al trasferimento dei pazienti”.
Il terremoto del 2012 accelerò i tempi del trasferimento senza poter vedere realizzati questi adeguamenti necessari, e in agosto il caso fu nuovamente segnalato dalle associazioni. Ne seguì un incontro degli attivisti con il sindaco Tagliani , che affiancato da esperti del Criba ottenne l’impegno della direzione del S. Anna per avviare un percorso di analisi partecipata e individuare le soluzioni migliori, che tenessero conto anche della loro sostenibilità economica. Da quel momento si costituirono tre gruppi di lavoro (viabilità esterna, orientamento e segnaletica interna, servizi igienici e ambulatori) composti da componenti di diverse associazioni di volontari, tecnici dell’azienda sanitaria e il Ciba che, a titolo gratuito, salvo un rimborso spese, hanno esaminato l’intero complesso per poi presentare una relazione nel luglio successivo.
“Si trattava quindi – ricordano gli attivisti – di operare azioni con una gradualità che non compromettesse la normale attività dell’ospedale, che tenesse conto degli interventi di manutenzione ordinaria già programmati e delle risorse disponibili”. Nel novembre successivo la proposta è stata presentata all’assessore regionale Lusenti. che dopo aver effettuato una serie di approfondimenti tecnici ha espresso parere favorevole ed ha messo a disposizione un finanziamento di 300mila euro. E nel 2015 Tiziano Carradori, subentrato a Rinaldi, ha confermato l’impegno a realizzare le opere previste dal finanziamento. Ora, dopo 25 anni di attesa, gli attivisti chiedono di portare avanti il progetto senza ulteriori ritardi: “Il nostro unico obiettivo è quello di poter consegnare alla comunità un ospedale accogliente e pienamente fruibile da tutti”.