Cronaca
3 Novembre 2015
Con una lettera ringrazia la città e i collaboratori ma con una punta di amarezza: "Avventura interrotta inspiegabilmente"

Dopo 8 anni alla direzione, Cornelio saluta il Museo archeologico

di Redazione | 5 min
La direttrice del museo Caterina Cornelio

La direttrice del museo Caterina Cornelio

La ormai ex direttrice del Museo Archeologico Nazionale di Ferrara Caterina Cornelio saluta, con una lettera inviata alla stampa, quanti dal dicembre 2007 a oggi hanno avuto modo di conoscere – o, in molti casi, scoprire – uno dei centri culturali d’eccellenza della città, i cui numeri sono cresciuti tanto sotto la sua gestione.

Una lettera che parte con il saluto alla nuova direttrice Paola Desantis, recentemente nominata dal ministro Dario Franceschini (sarà in carica dal 5 novembre), ma che non nasconde l’amarezza per un’avventura interrotta “ancora inspiegabilmente e senza preavviso”.

“La nomina di un nuovo direttore alla guida del Museo Archeologico Nazionale di Ferrara, cui vanno i miei sinceri rallegramenti e auguri – scrive Cornelio -, sollecita in me il desiderio e l’obbligo di congedarmi da quanti mi hanno seguito in questa appassionante avventura, iniziata nel dicembre 2007, e interrotta ora, ancora inspiegabilmente e senza preavviso, a poco meno di un anno dal mio pensionamento”.

“Innumerevoli e talora frenetiche – continua la ex direttrice – sono state le iniziative accadute da allora, culminate nel completamento dell’assetto espositivo del Museo, avvenuto tra 2010 e 2011, negli anni antecedenti preceduto da manifestazioni finalizzate all’incremento dei visitatori di un museo che ancora risentiva della lunga chiusura per i lavori di consolidamento e restauro della struttura rossettiana.  Cicli di conferenze, mostre tematiche, condivisione con altre iniziative ferraresi, la creazione di nuove ricorrenze, come la festa di Ferragosto (iniziata nel 2009 per un pubblico serale, poi estesa negli ultimi anni anche ai bambini), la Befana dei bambini, spettacoli, concerti, visite guidate e rappresentazioni di “mito animazione”, organizzati i primi in virtù del sodalizio con Bal’danza, le seconde grazie alla collaborazione con il Gruppo Archeologico Ferrarese. Queste le iniziative che hanno allargato le fasce di utenza del Museo e ampliato il numero dei visitatori, in crescita costante dal 2008 in poi. Il tutto senza risorse ministeriali e grazie al reperimento di contributi esterni e a tanta buona volontà da parte di tanti”.

Cornelio snocciola un poi i numeri – “con relativo incremento di introiti” – del Museo fatti registrare sotto la sua guida e che segnano una crescita costante dal 2008 (8.230 visitatori) al 2014, quando i visitatori hanno raggiunto la cifra record di 22.706.  “I numeri – scrive Cornelio – hanno subito un sensibile innalzamento dopo l’apertura delle nuove sale del Museo, un compito affidatomi poco dopo il conferimento della direzione e che mi ha permesso di portare a compimento il progetto scientifico originariamente stilato da Fede Berti, con le variazioni che si è ritenuto di apportare, in collaborazione con diverse professionalità e adottando nuovi sistemi di comunicazione. Tra 2010 e 2011 sono stati riaperti il giardino d’onore e il giardino dei segnacoli, inventato per simulare la necropoli di Spina, è stato presentato il riallestimento della sala delle monossili e inaugurati la sala degli ori, allestita con la consulenza di Bulgari, i nuovi supporti didattici e le nuove didascalie bilingui italiano e inglese (2010). Quindi nel 2011 l’ultima sezione del museo, quella dedicata all’abitato di Spina che ha rinnovato l’assetto museale, non solo per gli aspetti contenutistici perché il museo era prima dedicato all’illustrazione della sola necropoli, ma anche il suo incipit, ora al piano terra”.

Non solo nuove sezioni aperte ma anche u nuove dotazioni multimediali  e innovazioni che “hanno fornito nuova linfa all’Istituto che ha continuato la sua corsa, da un lato verso la crescita numerica di visitatori, non interrottasi nemmeno per i postumi del sisma del 2012, dall’altro verso l’allargamento a nuove fasce di pubblico, compreso quello degli ipo e non vedenti cui è stato dedicato il percorso integrato al piano nobile, culminante nella sala relax”.

Un percorso di crescita, fatto di tanti lavori e iniziative che ha portato il Museo a diventare anche un luogo con una considerazione diversa – aperto a convegni, cene di gala e altro – così come a “importati riconoscimenti” tramite la figura della Cornelio, come il premio Alberto I d’Este, “il cavalierato, conferitomi dal Presidente Napolitano, e pure risonanze importanti, come la richiesta di presentazione del nuovo museo, all’estero, o a convegni di museologia”.

L'iniziativa del Museo archeologico con la befana

L’iniziativa del Museo archeologico con la befana

“Grazie quindi a chi ha creduto in me, nominandomi direttore del Museo Archeologico Nazionale di Ferrara, e ai dirigenti che si sono succeduti in questi anni, confermandomi in questo ruolo – prosegue l’ex direttrice -.  Grazie a chi ha collaborato con me, in primis il Personale tutto del Museo di Ferrara, ridestato a nuova interpretazione del proprio ruolo dalle esigenze e dagli impegni del museo; Personale che, numericamente insufficiente a garantire orari ampi di apertura, ha assecondato il passaggio dai radicati e tradizionali turni notturni (ancora oggi in uso alla Pinacoteca dei Diamanti), alla guardianìa esterna, così da favorire una rosa di turni che ci consentono orari più favorevoli a una fruizione meglio compatibile con le esigenze del turismo ‘esterno’. Grazie ai giovani archeologi Valentino Nizzo e Mario Cesarano che, freschi di concorso, sono “passati” dal Museo di Ferrara, lasciando il loro contributo scientifico e innovativo, nuovo entusiasmo e…giovinezza”.

I ringraziamenti arrivano anche alle istituzioni ferraresi, a Bal’danza e al Gruppo Archeologico Ferrarese e alle altre associazioni culturali e di volontariato, ma anche ai “cittadini di questa straordinaria Ferrara, per avermi accompagnato assiduamente e con fiducia in questo percorso che, come da molte parti mi si dice, ha trasformato il Museo di Ferrara in un grande punto d’incontro dei Ferraresi e non solo di essi”.

Per il futuro, Cornelio vede “il proseguimento del mio impegno, di nuovo profuso solamente alla tutela archeologica, peraltro mai abbandonata del tutto in questi anni, per gli incarichi, dal 2012 di più modeste proporzioni rispetto a quelli passati, ridotti dai miei dirigenti per lasciarmi più tempo per il Museo”.

“Sono consapevole di lasciare un Istituto che, anche per aver potuto usufruire dei proventi del gioco del lotto, magistralmente programmati e gestiti dall’allora direttore regionale Carla di Francesco e dal suo staff, primo fra tutti l’arch. Andrea Sardo è per molti aspetti all’avanguardia – afferma ancora Cornelio – . Un museo che, grazie anche agli introiti che esso stesso ha prodotto, può ora affrontare il miglioramento delle proprie dotazioni di sicurezza, la piantumazione delle essenze sofferenti per il caldo eccessivo della scorsa estate, etc. Sono perciò consapevole di lasciare a Ferrara e ai tanti amici del Museo un “luogo della cultura” – conclude la lettera – molto amato, la cui crescita dovrà proseguire ed esser incrementata grazie al contributo di tutti”.

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