Cronaca
9 Ottobre 2015
L’appuntamento al Sant’Anna di Cona. Paolo Pazzi: “Nonostante le adesioni in crescita c’è ancora molta pigrizia tra i cittadini”

Screening colo-rettale, un workshop per la prevenzione

di Redazione | 3 min

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screeningdi Marcello Celeghini

Sarà un workshop a fare il punto della situazione a dieci anni dall’avvio dello screening colo-rettale. È stata organizzata da Giscor (Gruppo Italiano Screening Colorettale) per oggi, 9 ottobre a partire dalle ore 9, una giornata di riflessione e discussione dal titolo “il secondo e il terzo livello dello screening colo-rettale: parliamone” presso l’Ospedale Sant’Anna di Cona. Come relatori ci saranno anestesisti, endoscopisti, patologi e chirurghi provenienti da tutta Italia che si confronteranno anche in merito alle nuove pratiche e tecnologie per la prevenzione del cancro al colon retto.

La prima parte del workshop sarà dedicata alla discussione sull’adesione della popolazione allo screening sia nel primo che nel secondo livello e il ruolo della comunicazione, sull’utilizzo dei farmaci per la sedazione profonda e le conseguenze medico-legali legate alla loro somministrazione, sulle novità nel campo della preparazione intestinale, sulla strategia terapeutica delle lesioni precoci dal punto di vista endoscopico e chirurgico. A conclusione della giornata, dalle 15.30 alle 17.30 si terrà una tavola rotonda dal titolo “i Pdta, linguaggio comune tra professionisti: esperienze italiane” che metterà a confronto esperienze italiane, dal nord al sud, di percorsi diagnostico-terapeutici per la presa in carico di pazienti con cancro colo-rettale e relative problematiche.

“È indispensabile tenere i cittadini informati sull’importanza dello screening, il workshop ha questa finalità, oltre a quella di mettere a confronto dottori provenienti da diverse città italiane- sottolinea il dottor Vincenzo Giancarlo Matarese-. Occorre predisporre una rete di professionisti specializzati nelle diverse specificità per garantire al cittadino che si sottopone allo screening un servizio che lo invogli a ritornare negli anni successivi”. Nonostante le tante adesioni, ancora tanti cittadini decidono di non sottoporsi al programma di screening gratuito. “Rileviamo ancora molta pigrizia nei cittadini nel partecipare ai programmi di screening- rivela il dottor Paolo Pazzi-. Recentemente è stato pubblicato uno studio in una famosa rivista scientifica americana che prende ad esempio la nostra regione nel mostrare come in dieci anni i casi di tumore al colon-retto letali sia diminuito proprio grazie allo screening gratuito”.

“Quando mi sono laureato io- racconta il direttore sanitario del Sant’Anna Eugenio Di Ruscio-, diversi anni fa, il cancro al colon retto era preso ad esempio come tumore non prevedibile e non prevenibile attraverso programmi di screening per la presenza troppo alta di falsi positivi, dovuta alla presenza di sangue occulto nelle feci, sangue che può esse dovuto a diverse cause non riferibili alla presenza di carcinoma. Da dieci anni invece siamo riusciti a strutturare la programmazione dello screening in modo esaustivo. Il primo livello è l’esame delle feci, poi, qualora si rilevi la presenza di sangue occulto si potrà procedere ad ulteriori esami, quali la colonscopia che non deve assolutamente spaventare visto che sono state approntate misure anestetiche che sono state mirate a ridurre il disagio fisico per il paziente”.

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