Tentato furto in un vivaio. Uomo arrestato dai carabinieri
Un uomo tenta un furto in un vivaio ma il figlio dei titolari lo segue indicando la posizioni ai carabinieri che riescono a intercettare così il veicolo su cui si stava dando alla fuga
Un uomo tenta un furto in un vivaio ma il figlio dei titolari lo segue indicando la posizioni ai carabinieri che riescono a intercettare così il veicolo su cui si stava dando alla fuga
Dopo la sentenza di primo grado con cui il gup Carlo Negri del tribunale Ferrara ha pronunciato l'assoluzione per i cinque accusati per le presunte tangenti tra i padiglioni della Fiera, nei giorni scorsi, la Procura ha deciso di ricorrere alla Corte d'Appello di Bologna per quanto riguarda la posizione dell'ex presidente Filippo Parisini, inizialmente prosciolto dal giudice dopo la richiesta di rinvio a giudizio, chiedendo ai giudici bolognesi di disporne il rinvio a giudizio
Adescava le sue vittime in stazione, chiedendo loro un passaggio in automobile o proponendo rapporti sessuali a pagamento, e poi le rapinava del portafoglio che tenevano nelle tasche posteriori dei pantaloni
I carabinieri del Norm di Portomaggiore hanno arrestato in flagranza di reato un cittadino di nazionalità albanese di 36 anni che, a seguito di una perquisizione domiciliare, è stato trovato in possesso di quasi 50 grammi di cocaina, già suddivisa in circa quaranta dosi e pronta allo spaccio
I carabinieri hanno arrestato un 36enne ferrarese e una 43enne di Comacchio per furto in un supermercato
Tre docenti di filosofia in tre diversi licei italiani, un solo problema: la riforma dettata da La buona scuola. Su cosa voglia dire fare una politica sull’istruzione, quali limiti abbia la scuola italiana oggi e come si possa superare questa complicata situazione, sono intervenuti lo scrittore ed insegnante a Ferrara Girolamo De Michele, Mauro Piras del liceo Gioberti di Torino e Christian Raimo, docente e penna di Internazionale.
La buona scuola è diventata negli ultimi mesi, secondo i tre docenti, un tema ben poco approfondito e molto urlato, sul quale è necessario fare chiarezza. “In realtà negli ultimi dieci anni – sottolinea De Michele – del mondo della scuola non se ne è mai parlato così tanto come adesso, ma il problema è che questo dialogo rimane solo tra gli insegnanti e non viene correttamente diffuso dalla stampa mainstream”. Secondo il docente, “la buona scuola è un processo già avviato dal 2004 e mira a depotenziare soprattutto la didattica, trasformandola in un progetto aziendale con tanto di stage in azienda. Si perdono in questo modo tutta quella serie di competenze che fanno acquisire ai ragazzi la capacità necessaria non solo di interpretare un testo di Leopardi, ma anche leggere e comprendere la tabella degli orari ferroviari. Come diceva don Milani, una scuola che dia gli strumenti per poter capire che contratto di lavoro andranno a firmare. Ma cosa serve tutto questo se poi ora i ragazzi lavorano in nero?”.
Per Mauro Piras, La buona scuola non è una vera riforma. “Affrontare la questione dei precari non è la riforma della scuola, ma un suo presupposto. Ci sarebbe invece da rispondere ad altre questioni, come la dispersione scolastica, per la quale i ragazzi abbandonano prima di finire il ciclo scolastico, o la formazione per cui sono poi carenti delle informazioni di base che porta a una sorta di analfabetismo strutturale e li rende incapaci di sopravvivere nella società complessa in cui viviamo. La natura della scuola oggi è di una realtà che respinge anziché accogliere e insegnare”.
Quanto alla struttura della didattica, se per De Michele bisogna scorporare i dati, che evidenziano che la zavorra di analfabetismo è legata al passato pre-sessantottino e alla scuola privata, per Piras la scuola che crea problemi “è quella del 1859, della legge Casati, dell’impianto del regno piemontese che ci portiamo ancora dietro. È una didattica rigida, che crea una passività a cascata su tutti gli altri fronti. In questo modo, i ragazzi ci perdono in autostima, non apportando la loro attività nel mondo. A fare la differenza sono gli insegnanti, che non devono stare sulla difensiva ma proporre, smuoversi di più”.
Incentivato da Raimo a parlare dell’esempio ferrarese, che vanta a livello nazionale una alta sperimentazione didattica, Girolamo De Michele preferisce non rispondere. “No, non ve ne parlo, perché questa realtà non esiste più. Dalla nostra volontà di avere una scuola aperta tutti i giorni, tutto il giorno, abbiamo ricevuto dalla passata amministrazione provinciale del Pd ferrarese l’imposizione di fare in modo di chiudere i programmi, perché una scuola aperta al sabato costava in riscaldamento. Si è quindi deciso di comprimere la didattica in cinque giorni e non sei, di togliere i progetti curricolari che arricchivano e davano la possibilità di sperimentare. Ora abbiamo ottenuto delle scuole bellissime, ma vuote”.
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