Cronaca
14 Maggio 2015
Tagliani: "Revisione organizzativa finora non ci soddisfa", ogni anno 400mila euro di Irap da pagare

Il piano per coprire gli 1,4 mln di buco dell’Asp

di Daniele Oppo | 4 min

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Da sinistra: Angela Alvisi, Tiziano Tagliani e Chiara Sapigni

Da sinistra: Angela Alvisi, Tiziano Tagliani e Chiara Sapigni

Un piano, probabilmente spalmato su più anni, per il rientro dal ‘buco’ di 1,4 milioni di euro e per rendere più efficiente l’organizzazione interna. Questo il succo del prossimo futuro dell’Asp discusso in conferenza stampa dal sindaco Tiziano Tagliani, l’assessora Chiara Sapigni e la presidente del cda dell’Azienda servizi alla persona Angela Alvisi.

Un buco che ha già una parziale copertura a portata di mano: i 250 mila annui (per tre anni) stanziati già a partire dallo scorso anno dalla coppia Marattin-Tagliani, circa 800mila dagli accantonamenti del Comune e altri 500mila euro già stanziati dall’Amministrazione comunale.

“Il disavanzo dell’Asp non è un problema imprevisto – spiega Tagliani -, spendiamo ogni anno costantemente il 25% del bilancio per il welfare, solo che negli anni il totale si è abbassato sempre di più. Ciò che non era atteso era l’entità che però ha delle ragioni – spiega il sindaco -: la legge regionale sull’accreditamento delle strutture che comporta costi elevati e, soprattutto, l’Irap che pesa circa 400mila euro all’anno per l’Asp mentre non è dovuta, ad esempio, dalla cooperazione: per questo abbiamo chiesto di riportare il sistema a parità di condizioni e di competitività, perché ora il pubblico paga un onere aggiuntivo rispetto al privato sociale”. A questo c’è da aggiungere che Asp non è proprietaria della casa di risposo di via Ripagrande, struttura di proprietà del Comune, e la cui concessione comporta dei costi non eludibili neppure con un’eventuale cessione: “Abbiamo cercato di trasferirla all’Azienda – spiega Tagliani – ma il passaggio di proprietà comporterebbe una spesa di 600mila euro per l’Asp per pagare l’imposta di registro”.

Qualche novità positiva dovrebbe portarla anche la modifica dei criteri per il calcolo Isee (che andrà in commissione consiliare il 19 maggio) con l’inclusione anche del patrimonio che, spiega Angela Alvisi, “porterà più equità”.

C’è poi il capitolo – fondamentale – dell’organizzazione, in parte già avviata anche se, avvisa Tagliani, “non ci ha pienamente soddisfatti”. “Serve un efficientamento della parte tecnico-amministrativa – spiega Alvisi – che negli anni non è cambiata tanto”.  I dettagli non sono ancora noti, anche perché sono ancora al vaglio di azienda e Comune ma è quasi certo che ci sarà anche un intervento sul personale: “Ci sarà un blocco del turnover che ci porterà un risparmio di 125mila euro nel 2017 – spiega Alvisi -, tre interinali non verranno confermati e gli altri contratti interinali verranno trasformati in tempo determinato per un risparmio di 44mila euro. Inoltre almeno una figura apicale dovrebbe essere ricollocata”. Arrivano però anche rassicurazioni per i dipendenti: “Non ci saranno esternalizzazioni – spiega ancora Alvisi -. L’ipotesi è stata già valutata: non verrebbe realizzato nessun vantaggio né risparmi”. Di sicuro, dato che Maurizio Pesci andrà in pensione quest’anno, ci sarà un bando per trovare un nuovo direttore “al quale chiederemo un piano di riorganizzazione”, afferma Tagliani.

Tagliani – che tiene particolarmente a ringraziare pubblicamente con le assistenti sociali nei settori minori, adulti e anziani “che tutti i giorni si devono confrontare con il disagio di tante persone, facendo un lavoro straordinario in una situazione complessa” – esclude categoricamente che i problemi sia di bilancio che gestionali dell’Asp derivino dalle emergenze immigrazione: “Non c’entrano nulla, l’emergenza Nord-Africa prevede la copertura integrale dei costi e lascia anche nelle tasche dell’Asp qualcosa per le funzioni di governo”. I problemi risiedono invece nella gestione ‘ordinaria’, con costi che aumentano o che sono comunque elevati: l’assistenza a un minore costa, ad esempio, tra i 120 e i 140 euro al giorno e alcune situazioni straordinarie (perché difficilmente preventivabili) hanno portato tra 2013 e 2014 una parte dei problemi di bilancio dell’Asp. Stessa cosa per i Cra (case di riposto per anziani in convenzione): “La riduzione del Fondo per la non autosufficienza – spiegano Tagliani e Sapigni – e l’aumento dei costi sanitari porta alla riduzione di 35 posti di cui si parla in questi giorni, posti che erano stati aggiunti ascoltando, in periodo elettorale, chi chiedeva di usare i fondi accantonati dall’Asp negli anni precedenti. Quest’anno sono finiti i residui e bisogna ritornare indietro”.

Una risposta, infine, anche se in maniera riluttante arriva anche a chi chiede di commissariare l’Asp, come Alan Fabbri: “È una sciocchezza – afferma Tagliani -. Qui c’è un’amministrazione che si prende le proprie responsabilità e cerca di fare qualcosa senza che abbia bisogno di cercare il consenso”.

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