Eventi e cultura
6 Maggio 2015
Bonaccini: “La Regione investe sull’economia della cultura con 50 milioni nei prossimi 5 anni”

Il Salone del Restauro apre i battenti

di Elisa Fornasini | 4 min

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Il Salone del Restauro di Ferrara non è solo una vetrina su un’eccellenza del made in Italy, ma anche un’occasione di confronto e approfondimento per aprire nuovi scenari sull’economia della cultura. Una riflessione ripetuta come un vademecum durante l’inaugurazione della 22esima edizione del Salone dell’Arte del Restauro e della Conservazione dei Beni Culturali e Ambientali, che ha aperto i battenti questa mattina a Ferrara Fiere, alla presenza delle massime autorità comunali e regionali. Una quattro giorni che, fino a sabato 9 maggio, porterà nei padiglioni del quartiere fieristico estense non solo addetti ai lavori e professionisti del settore, ma anche il grande pubblico desideroso di conoscere da vicino le innumerevoli potenzialità del mondo del restauro e della conservazione.

Una manifestazione di richiamo internazionale, in concomitanza con Expo del quale ha ottenuto l’importante patrocinio, che assume una valenza ancora maggiore alla luce della profonda riforma del Mibact e della drammatica attualità del tema della sicurezza del patrimonio culturale. Tematiche che sarebbero state affrontate dal ministro Dario Franceschini, sostituito per l’occasione dal segretario regionale Mibact per l’Emilia-Romagna. “Le due anime del Ministero – ricorda Sabina Magrini – sono la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale che, con la nuova riforma in atto, troveranno pieno titolo nella creazione di un vero e proprio sistema museale italiano, declinando i concetti fondamentali di Smart Cities e di ‘museo diffuso’”.

In questa stessa ottica di ripensare il sistema di gestione culturale, a Restauro 2015 verrà presentata al visitatore un’ipotesi concreta di Smart Museum, ovvero una proposta di spazio espositivo allestito anche attraverso l’uso di applicazioni tecnologiche che ne facilitino il percorso museale e la didattica, suggerendo una risposta alle ancora numerose problematiche esistenti annesse ad accessibilità, fruizione e promozione di un luogo che deve essere testimonianza di qualità di un patrimonio culturale raccolto e intelligentemente conservato.

Se il processo di trasformazione intrapreso dal Salone del Restauro si è ben allineato alla riforma attuata dal Mibact, lo sviluppo di un’importante leva economica sul patrimonio culturale e artistico sembra essere un tema caldo anche nella stessa Regione. “In controtendenza rispetto al resto dell’Italia, l’Emilia Romagna investe sull’economia della cultura” annuncia il presidente Stefano Bonaccini, il quale ricorda che “nel bilancio di previsione recentemente approvato, gli investimenti in cultura sono aumentati da 18 a 28 milioni di euro, che triplicheranno a 50 milioni nei prossimi 5 anni”. Un investimento definito “consistente ma necessario” per “far uscire l’Emilia Romagna dalla crisi, creare nuovi posti di lavoro nel manifatturiero e puntare sul turismo culturale in costante crescita”.

“La nostra Regione, con i suoi 41 prodotti doc e igp, è già sul tetto d’Europa per l’export – prosegue Bonaccini – ma ha possibilità doppie rispetto al resto del Paese anche per quanto riguarda la cultura, il terzo settore e il turismo. L’Italia sta uscendo dalla crisi ma per raggiungere quella luce in fondo al tunnel – conclude il presidente della Regione, affiancato dai consiglieri Marcella Zappaterra e Paolo Calvano – bisogna rimboccarsi le maniche per portare l’Italia ad avere il posto che merita nell’Europa e nel mondo”. Il tema dello sviluppo economico sembra caro anche al Comune. “La cultura è un’economia che può trainare il nostro territorio fuori dalla crisi – fa eco il vicesindaco Massimo Maisto – per delineare una città d’arte, di cultura, della creatività e del lavoro creativo: Ferrara ne è all’altezza”.

Ad esserne all’altezza, intanto, è sicuramente l’Università di Ferrara la cui collaborazione al Restauro si è sempre più intensificata negli ultimi anni. “Il Salone non è solo un punto di riferimento nazionale internazionale del settore – specifica il rettore Pasquale Nappi – ma anche un luogo elettivo dove mostrare un’altra fisionomia dell’università, come una realtà dinamica in rapporto con diversi enti per migliorare lo stato dell’arte. Una sorta di palestra per mostrare l’interdisciplinarietà dell’ateneo che ha il suo apice nel TekneHub”. “Il futuro delle nuove generazioni si giocherà sulla restaurazione e conservazione – conferma Marcello Balzani, responsabile scientifico del Tecnopolo – visto il potenziale economico e occupazionale racchiuso negli investimenti e nella ricerca attorno allo Smart Museum”.

Dopo la ‘benedizione’ del BolognaFiere Group, rappresentato dal presidente Duccio Campagnoli che reputa il Salone come “una delle più belle manifestazioni del panorama fieristico italiano”, spetta ai padroni di casa, il capo del progetto Carlo Amadori e il presidente di Ferrara Fiere Filippo Parisini, inaugurare la ricca manifestazione che vedrà 218 espositori, 154 convegni e incontri, 9 eventi speciali, 50 delegati internazionali, 19 comuni del cratere e la partecipazione dell’Unesco.

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