Cronaca
1 Marzo 2015
Barra, ex affiliato di Cutolo, commise 67 spietati ed efferati omicidi a sfondo camorristico e fu il principale accusatore di Enzo Tortora

Muore in Arginone il “Boia delle Carceri”

di Ruggero Veronese | 3 min

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Pasquale Barra

Pasquale Barra

È morto a 73 anni nel carcere di Ferrara il camorrista Pasquale Barra, tra i principali esponenti della Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo, attiva tra gli anni 70 e 80 in Campania. Barra stava scontando l’ergastolo nella casa circondariale di via Arginone, dove era rinchiuso per i 67 omicidi di cui fu spietato esecutore durante la sua carriera criminale. Dagli anni ’80 il nome del camorrista è stato associato soprattutto al suo ambiguo ruolo di collaboratore di giustizia, che il 19 aprile 1983 rese possibile il maxiblitz che portò all’arresto di 850 persone sospettate di essere affiliate all’organizzazione di Cutolo. Tra queste vi era anche Enzo Tortora, che quel giorno cominciò la lunga odissea giudiziaria conclusa tre anni con la sua assoluzione in Cassazione.

Barra diventò noto al grande pubblico soprattutto per i suoi soprannomi diffusi negli ambienti malavitosi, che si era ‘guadagnato’ grazie all’efferatezza dei suoi crimini: “o’animale” e soprattutto “il boia delle carceri”. Buona parte dei suoi 67 omicidi furono infatti commessi in carcere: delitti di vendetta e di onore che avevano come vittime i ‘traditori’ di Cutolo e gli affiliati di clan e organizzazioni rivali. Come Francis Turatello, criminale milanese ucciso nelle prigioni di Nuoro il 17 agosto 1981 attraverso una spietata e raccapricciante esecuzione: Barra prima lo colpì con 40 coltellate, per poi squarciagli il petto e azzannargli il cuore. Ma nei due anni precedenti il “boia delle carceri” si era macchiato anche di altri simili omicidi illustri, come quello del boss Antonino Cuomo di Castellamare di Stabia o quello del capo ‘ndrangheta Domenico Tripodo.

Fu proprio l’assassinio di Turatello, secondo alcune ricostruzioni, a segnare l’inizio della fine del rapporto tra “o’studente” Barra e “o’professore” Cutolo. Il boss della Nuova Camorra Organizzata infatti – forse per questioni ‘diplomatiche’ con la mafia siciliana – affermò di non essere il mandante del delitto nel carcere di Nuoro. E il suo fino ad allora fedele killer non gliela perdonò mai, decidendo così di collaborare con la giustizia. Grazie al suo improvviso ‘pentimento’ gli inquirenti furono in grado di sferrare il colpo decisivo all’organizzazione di Cutolo e di mettere a segno il maxiblitz del 1983. Nel quale Barra indicò anche un nome insospettabile come responsabile del traffico di droga: Enzo Tortora. Ma il Boia delle Carceri non confermò mai in aula le sue accuse e l’ex eurodeputato radicale, dopo aver rinunciato alla propria immunità istituzionale ed essersi dimesso dalla carica alla fine del 1985, fu definitivamente riabilitato l’anno successivo con l’assoluzione in Cassazione.

Le ultime notizie su Barra si hanno nel maggio del 2009, quando il blog “ilnolano.it” pubblica la notizia di uno “sciopero del pentimento” da parte del camorrista. Che, sorprendentemente, aveva sostenuto nel corso del suo ultimo interrogatorio di non conoscere e di non aver mai avuto a che fare né con Raffaele Cutolo né con la sorella Rosetta. Saranno le ultime dichiarazioni del “boia delle carceri” Pasquale Barra, uno dei killer più efferati e spietati nella triste storia della malavita italiana.

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