Riva del Po
13 Febbraio 2015
Il sindaco di Berra lo aveva segnalato alla procura prima dell'episodio dei due pitbull che hanno sbranato un cavallo

Zaghini: “Qualcuno a Berra alleva cani per combattimenti”

di Redazione | 2 min

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pitbullBerra. E’ stata probabilmente la fame ad alimentare l’aggressività dei due pitbull che martedì notte hanno sbranato un cavallo accudito nel recinto di un privato di Berra. Potrebbe trattarsi degli stessi cani che già domenica erano stati visti vagare nelle campagne tra Berra, Jolanda e Copparo, forse trascurati e abbandonati dal loro padrone per chissà quale motivo e affamati.

Nella stalla in cui si sono introdotti di notte dormivano tre cavalli di proprietà di privati, ma dei tre i pitbull hanno attaccato l’esemplare più debole, una vecchia cavalla da compagnia con problemi alle gambe, curata amorevolmente come si farebbe con qualsiasi animale che fa parte della famiglia. I due pitbull, dopo la loro cattura, sono stati trasferiti presso il canile di Ferrara, anche loro feriti, con cicatrici sul corpo e con tutta la frustrazione che si trasforma in aggressività tipica dei cani che devono aver subìto maltrattamenti. Al momento non è stato  possibile capire se i due esemplari fossero provvisti o meno di microchip, dato che i veterinari non sono ancora riusciti ad avvicinarli.

Il sindaco di Berra, Eric Zaghini, sta seguendo molto da vicino la vicenda che ha sconcertato il paese. E rivela di aver inviato giorni prima una lettera alla Procura di Ferrara segnalando la probabile presenza di persone dedite all’allevamento di cani per combattimenti. “La lettera – spiega Zaghini – l’ho inviata dieci giorni fa, quindi ben prima dell’episodio, sulla base di alcune testimonianze qualificate che segnalavano come a Berra venissero allevati e addestrati cani da utilizzare nei combattimenti, pitbull e molossoidi. La segnalazione si riferiva a un gruppo di persone ben conosciute alle forze dell’ordine”.

Zaghini tuttavia è propenso a credere che quei due pitbull non arrivassero da Berra, ma da più lontano. “Erano affamati, troppo affamati – commenta – e nessuno sarebbe così sprovveduto da tenersi in casa pitbull e affamarli. Potrebbe trattarsi dei cani di qualcuno, collegato a questo gruppo di persone, che si è però trasferito altrove lasciando i pitbull al loro destino”.

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