Cronaca
16 Dicembre 2014
Regolamenti condominiali e legge sulla sorvegliabilità bloccano la licenza

Bar sulla terrazza, le spiegazioni del condomino

di Ruggero Veronese | 3 min

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unnamed (11)“C’è un regolamento condominiale e ci sono leggi sulla pubblica sicurezza. L’albergatrice non può fare quello che le pare”. Dopo il clamore suscitato dall’articolo sullo scontro davanti al Tar tra Comune e Hotel Torre della Vittoria, anche il condomino che sollevò la questione nelle sedi giudiziarie decide di metterci la faccia e dire la sua. Sostenendo a spada tratta – fogli alla mano – le ragioni che lo hanno portato a chiedere e ottenere il ritiro della licenza di somministrazione all’attività al terzo piano dell’ex Palazzo della Ragione.

“Sono stato il primo degli attuali proprietari a comprare casa nel palazzo, undici anni fa, e poco dopo il mio acquisto abbiamo firmato un regolamento condominiale che dice una cosa precisa: l’unica attività che può avere la licenza di somministrazione di bevande o cibo nel nostro palazzo è il Mc Donald’s. Le altre sono escluse”. A parlare è Fernando Galletti, che da anni porta avanti una battaglia legale sia contro la precedente che contro l’attuale gestione dell’hotel situato nel suo condominio. “Dopo le mie rimostranze – afferma il condomino – nel 2009 il Comune ha tolto la licenza di albergo, concedendo solo quella di affitto di appartamenti a uso turistico. I suoi gestori si devono attenere alle normative e ai regolamenti condominiali”.

Galletti mostra quindi l’ordinanza emessa dal tribunale il 4 novembre scorso, che ha estinto la causa civile intentata da Galletti verso l’albergo disponendo il ritiro della licenza di somministrazione. Una causa civile nella quale il condomino puntava su due fattori: l’emissione di rumori e cattivi odori a causa dell’attività di ristorazione e l’occupazione delle parti condominiali da parte di estranei, alcuni dei quali disturbavano i condomini suonando ai campanelli. Sul primo punto la titolare dell’albergo contesta la presenza di cattivi odori (non essendo presente un ristorante), mentre riguardo agli spazi comuni del palazzo la difesa ha sostenuto che sarebbe impossibile per gli ospiti dell’albergo suonare i campanelli privati, non disponendo dei codici numerici necessari a contattare gli interni. La loro presenza negli spazi comuni non viene però negata, e questo giustifica l’ordinanza per la cessazione della attività di somministrazione.

Il problema insomma, oltre ai vincoli del regolamento condominiale, sta nella peculiarità dell’accesso all’albergo, situato al pianerottolo al terzo piano di un palazzo privato. In questo caso entra in gioco anche la questione della sorvegliabilità, cioè della possibilità per le forze dell’ordine di accedere direttamente dalla strada. Che richiederebbe un accesso con ascensore separato dal resto del palazzo. Una questione che ha spinto anche il Comune ad annullare la Scia presentata della titolare all’attività, fino a quando l’albergo non disporrà di un ingresso riservato e accessibile alle forze dell’ordine.

“Gli altri condomini mi hanno lasciato da solo, ma sono andato avanti – racconta il Galletti -. Entrava della gente per tutta la sera, ne ho contati anche 400 al giorno che salivano per le scale e restavano anche fino alle due di notte facendo rumore e disturbando. Quando la signora si comprerà il palazzo potrà fare quello che vuole”. Nel frattempo, salvo colpi di scena davanti al Tar, i tavolini sul terrazzo resteranno vuoti.

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