Economia e Lavoro
15 Dicembre 2014
Ritirata da mesi la licenza di somministrazione all'attività. La titolare ricorre al Tar: "Ora rischio di fallire"

L’impossibile bar sopraelevato. Scontro hotel e Comune

di Ruggero Veronese | 4 min

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10398503_61463915671_1569359_n“Ero riuscita a creare una cosa molto bella per la città di Ferrara, ma ora rischio di dover chiudere tutto e di licenziare i dipendenti. Il Comune mi sta danneggiando”. È uno sfogo di rabbia e delusione quello di Grazia Bego, titolare dell’Hotel Suite Duomo – Torre della Vittoria le cui camere si affacciano direttamente sulla cattedrale di piazza Trento Trieste. Un’attività situata ai piani alti dell’ex Palazzo della Ragione e che molti ferraresi hanno notato camminando in centro storico, in particolare per la sua terrazza sulla torre dell’orologio sulla quale, fino a qualche mese fa, si potevano vedere clienti dell’albergo e frequentatori abituali prendere un aperitivo di fronte a una delle panoramiche più suggestive della città. Fino a qualche mese fa, all’inizio di settembre. Oggi infatti sia i tavolini esterni che l’elegante bar al quarto piano del palazzo restano desolatamente vuoti: il Comune ha revocato la licenza di somministrazione al pubblico all’attività, che non può più servire nemmeno un caffè a chi non sia registrato come ospite dell’albergo. E la titolare, dopo i soldi investiti per aprire i servizi dell’albergo anche ai ferraresi, ora rischia di vedere la propria attività precipitare verso il fallimento.

“Con tutte le zone di degrado che ci sono a Ferrara sono venuti a colpire proprio me – si lamenta la Bego -, che ho investito e ho fatto un’ipoteca sulla mia casa per dare alla città un punto di ritrovo elegante e di qualità. Stavamo lavorando tanto, ma ora senza gli incassi del bar è dura andare avanti e il rischio di chiudere è alto. Ho già dovuto licenziare un dipendente e me ne restano altri cinque, ma siamo tutti a rischio adesso”. Ma da cosa dipende il ritiro della licenza all’albergo? Secondo la titolare tutto è cominciato quando un inquilino del palazzo ha cominciato una battaglia legale contro l’hotel, lamentandosi del comportamento di alcuni ospiti. “È stato l’unico nel condominio a comportarsi in questo modo – racconta la Bego -. Quando abbiamo messo a nuovo i locali, gli altri sei proprietari che vivono nel palazzo sono venuti a farci i complimenti per la bellezza del bar e della terrazza. Solo uno ci ha dato problemi”.

Problemi che nel giro di pochi mesi si sono trasformati in denunce alla questura, in una guerra di vicinato che assumeva toni sempre più marcati. Secondo il condomino “avversario”, il rischio è che ospiti dell’albergo e clienti del bar possano mischiarsi e ‘infilarsi’ nella zona del palazzo riservata agli inquilini degli appartamenti. Una situazione che deriva dalla principale peculiarità dell’albergo, accessibile dal terzo piano del palazzo e non dal livello della strada. “Per riavere la licenza di somministrazione – spiega la Bego – la questura ci ha chiesto di mettere a punto un piano di sorvegliabilità, cioè di dare la possibilità alle forze dell’ordine di accedere al bar senza dover suonare il campanello, nel caso ci fosse bisogno. Abbiamo fornito i codici numerici per entrare nel palazzo ma non è bastato, perchè ci è stato richiesto un ingresso a parte riservato”. Una richiesta che per l’albergo corrisponderebbe a nuove spese, al momento non affrontabili, e non è stato quindi possibile per l’attività ottenere nuovamente la licenza di somministrazione dal Comune. “Sono stata a vari incontri con l’assessore Serra e la dottoressa Benvenuti che segue queste pratiche – spiega la titolare – ma non mi hanno aiutata. Mi hanno detto di rivolgermi al Tar se non ero d’accordo con l’ordinanza di chiusura, e così ho fatto. Ora ho altri 12mila euro da spendere per il ricorso e il bar intanto resta ancora chiuso”.

Sarà quindi il tribunale amministrativo a prendere una decisione sul contenzioso tra hotel e Comune, che per tutta risposta ha dato mandato al proprio ufficio legale per opporsi al ricorso della Bego. La titolare dell’hotel dal canto suo abbandona i toni più rabbiosi e parla della situazione con estrema amarezza: “Abbiamo provato a proporre delle soluzioni – racconta l’albergatrice -, ma non sono state prese in considerazione. Non ci hanno dato alcun suggerimento su come riuscire a salvare l’attività, ci dicono solo di fare ricorso al Tar se non siamo d’accordo. E tutto solo perché, secondo il Comune, chi non pernotta nelle camere non può consumare nel bar. Ma non sono cose che si vedono in tutti gli alberghi?”. La Bego cita alcuni degli altri hotel di Ferrara, facendo notare come in tutti quelli provvisti di bar non esistano restrizioni di sorta per i clienti ‘di passaggio’. “E non potrebbero anche loro – commenta l’albergatrice – salire per le scale e accedere ai corridoi delle camere? La situazione è la stessa”. E così il punto di forza – la visuale elevata – di uno degli alberghi più centrali della città rischia di trasformarsi in un boomerang. Mentre anche i turisti che pernottano nell’albergo, di fronte a un raffinato ma completamente vuoto bar, preferiscono uscire in cerca di locali più frequentati. E per l’albergo i margini di sopravvivenza si fanno sempre più ridotti.

 

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