Cronaca
2 Dicembre 2014
Greenberg: “Certe verità sono state spinte troppo oltre, fino a significare il loro esatto contrario”

Le nuove prospettive religiose in Occidente

di Redazione | 4 min

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irvingdi Anja Rossi

Democrazia, rapporto con la scienza, uguaglianza uomo e donna. Il pluralismo e i problemi che da questo derivano sono stati al centro di “Dialogo ebraico-cristiano e il futuro dell’Occidente”, il dibattito avvenuto ieri pomeriggio tra il rabbino Irving Greenberg e l’arcivescovo di Ferrara e Comacchio Luigi Negri presso l’aula Magna del dipartimento di Economia e Management dell’Università di Ferrara.

Irving Greenberg, ordinato rabbino nel 1953, è fondatore e presidente della City University di New York e tra i maggiori rappresentanti del pensiero religioso ebraico contemporaneo. Giunto in Italia nei giorni scorsi per un convegno a Salerno sulle prospettive di incontro tra ebrei e cristiani, Greenberg è arrivato a Ferrara con la moglie Blu Greenberg per ricevere la medaglia dell’Ateneo estense da parte del direttore del dipartimento di Studi umanistici Matteo Galli, e per confrontarsi con i presenti sulle nuove prospettive religiose in Occidente.

Tra i rabbini ortodossi più impegnati nel dibattito ebraico contemporaneo, Irving Greenberg ha promosso con il suo lavoro anche numerosi momenti di dialogo tra ebrei e cristiani. Nella sua riflessione, infatti, significato centrale viene dato alla Shoah, che per lo studioso non ha solo posto fine all’alleanza fra Dio e Israele – che per Greenberg ha coinciso con il fallimento dell’intera cultura occidentale -, ma ha aggiunto anche nuovi orizzonti in merito al ruolo di Dio, da un lato, e del ruolo dell’uomo, dall’altro. Nuovi stimoli che per lo studioso non appartengono solo alla comunità ebraica, ma anche a quella cristiana e all’umanità intera.

Per Greenberg, il vero pensiero che unisce le due religioni ebrea e cristiana a differenza di altre, è quello di considerare un grande valore alla vita umana, immagine di Dio. A differenza di altri pensieri, per ebrei e cristiani il mondo è stato creato e l’umanità può viverlo. Ciò porta l’essere umano ad avere gli stessi diritti, ad essere uguali di fronte alla legge e al libero esistere in democrazia. “Ora però siamo arrivati ad una crisi del mondo occidentale perché – afferma Greenberg – tutte le idee hanno dei limiti. Queste verità sono state spinte troppo oltre, fino a significare il loro esatto contrario”. In questi termini ambivalenti il rabbino considera anche il concetto di pluralismo, che da un lato ha introdotto nuove verità, dall’altro è da accertare i limiti entro queste possano agire. Portando ad esempio il fatto accaduto ad un collega di Firenze “al quale il tribunale ha negato la possibilità di indossare la croce in pubblico in nome di questo pluralismo”, Greenberg inserisce nel dibattito anche l’attuale situazione dell’Unione Europea, perché “essa rischia di dimenticare le sue fondamenta cristiane in nome del pluralismo. Quando si cancella il passato, si è affetti da amnesia: il pluralismo ideale deve quindi riuscire a difendere e preservare la sua memoria, per non cadere nella crisi che ha colpito l’occidente”.

Negri riprende il pensiero di Greenberg per analizzare il concetto di verità. Se il rabbino lascia aperta la questione sui problemi dati dal pluralismo e dalla complessità di valori in campo, Negri invece pone le due religioni “che stando dalla parte di Dio, hanno amato anche l’uomo” in netta contrapposizione all’ateismo, vero male del nostro tempo. “Greenberg ha parlato di estremismi, io le definirei invece falsificazioni, perché di fronte alla verità sta la menzogna. Gran parte della nostra civiltà vive ancora nella menzogna in cui Dio sia inutile, in cui l’uomo debba combatterlo per evolvere”. Negri si ricollega poi alla Shoah, affermando che “ciò che è accaduto è accaduto contro Dio, ed è accaduto contro l’uomo. Per questo è necessario che ebrei e cristiani riprendano insieme un cammino di testimonianza religiosa, poiché è meglio obbedire a Dio piuttosto che combatterlo”.

Sulla Shoah, il rabbino Greenberg analizza come questa abbia portato anche ad un riconoscimento dei propri errori da parte delle due religioni. “Sono consapevole che né il cristianesimo né l’ebraismo possano arrivare a Dio se prima non si confronteranno tra loro”, spiega Greenberg, per il quale il dialogo vincente sarà quello in cui “queste due comunità si osserveranno l’un l’altra, trovando gli strumenti per migliorarsi attraverso una correzione reciproca. Sulla base delle differenze ognuna può equilibrare l’altra, stipulando quindi un patto non solo tra l’uomo e Dio, ma anche tra le diverse generazioni”.

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