Codigoro. È passato più di un anno da quando l’attivista Manrico Mezzogori denunciò la possibile presenza di legionella nell’Hospice di Codigoro, puntando il dito contro l’Ausl. Allora il direttore sanitario dell’Azienda Usl, contattato da Estense.com, tra le tante cose disse che ““il livello di contaminazione zero non esiste”, affermazione che però, per le strutture come l’Hospice, pensate per ospitare persone in fin di vita, come già rilevato da questo giornale, non trova conferma nelle linee guida per le prevenzione della legionellosi.
Nel frattempo il M5S di Codigoro aveva fatto richiesta all’Istituto Superiore di Sanità di un “parere tecnico scientifico di carattere generale, in merito a quale valore di ufc/l (unità formanti colonia per litro) di legionella è da considerarsi accettabile, ovvero non pericoloso per l’incolumità delle persone, in presenza di pazienti affetti da deficit del sistema immunitario, in particolar modo pazienti oncologici immunodepressi”. La risposta è arrivata in questi giorni, a firma della dottoressa Salmaso, direttore del Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute e della dottor Rezza, direttore del Dipartimento malattie infettive, parassitarie e immunomediate.
“Ci hanno risposto citando le Linee guida per la prevenzione e il controllo della legionellosi (documento redatto dal Ministero della Salute nel 2012) – rivela Andrea Castagnoli, consigliere comunale del M5S di Codigoro – in cui si legge che: ‘l’obiettivo da perseguire è la minimizzazione del rischio di colonizzazione o il suo contenimento piuttosto che l’eliminazione completa di Legionella dagli impianti, condizione, quest’ultima, spesso neppure raggiungibile. Ciò non vale per i reparti che ospitano pazienti profondamente immunocompromessi: in questo caso, l’interazione tra la presenza di Legionella nell’acqua e l’incapacità del sistema immunitario di rispondere ad una eventuale esposizione rende necessari interventi atti a garantire l’assenza di Legionella’.” Una risposta che Castagnoli traduce “in parole povere” così: “l’Istituto Superiore di Sanità ci informa che ove vi siano pazienti immunocompromessi la legionella deve essere assente”.
Da ciò consegue la richiesta all’Ausl “di aggiornare l’opinione pubblica in merito alla situazione dell’Hospice di Codigoro, dato che, alle nostre due interrogazioni (28 novembre 2013 e 26 febbraio 2014), ci era stato risposto che anche dopo mesi di flussaggi, restavano punti in cui il valore superava le 10.000 ufc/l. Inoltre, sia la relazione del dottor Guerra sia le dichiarazioni del dottor Marabini dello scorso novembre (in cui si affermava che era impossibile arrivare alla non presenza) trovano una netta smentita nella risposta dell’Istituto Superiore di Sanità, che, come dice la parola, ha un grado di scientificità di certo superiore e che, come dimostrato, non esiteremo a contattare nuovamente in caso di necessità”.
“Ribadiamo – prosegue Castagnoli – oggi come un anno fa, che il nostro intento è orientato a fare chiarezza sulle condizioni della struttura, essendo ben consci del fatto che tutto il personale (medici, infermieri ed Oss) che opera al suo interno, svolga al meglio il proprio compito, estremamente delicato, nell’essere vicino ai pazienti nel momento più difficile della loro vita e che, ovviamente, non spetta a loro effettuare i controlli sulla presenza di legionella nell’impianto idrico. Quindi, sia per i pazienti ed i loro famigliari sia per gli stessi operatori dell’Hospice di Codigoro chiediamo una relazione definitiva sullo stato della legionellosi rilevato nella struttura a suo tempo”.